di Rossella Boriosi
Autrice del libro “Nega, ridi, ama. Diario tragicomico di una menopausa”, Giunti.
Nel pensiero comune menopausa fa rima con castità. E in effetti atrofia vulvo-vaginale e calo della libido non predispongono a immaginare un sesso libero e selvaggio in età matura. Per avere una rappresentazione più realistica della sessualità attempata non resta che fare due cose: parlare con un buon ginecologo e guardare qualche commedia sul tema, meglio se francese.
Credersi incinta e scoprirsi in menopausa è un grande classico, ma può accadere anche il contrario: la mia aneddottica familiare è piena di racconti terrorizzanti di partorenti ultracinquantenni ed è forse per questo che il tema della maternità che incrocia la menopausa mi ha sempre interessato.
Grazie al potere della sincronicità l’ho visto affrontato anche in un film francese su cui sono inciampata per caso – “Le petite locataire” – commedia travolgente in cui Nicole, quarantanovenne sfiancata dal lavoro e da una famiglia tanto allargata quanto impegnativa, si trova ad affrontare una maternità fuori tempo massimo e a dover decidere se rinunciarvi o godersela appieno.
Mentre gli spettatori erano travolti dalla trama esilarante, però, io non riuscivo a distogliere lo sguardo dal marito della protagonista – un uomo goffo e allampanato afflitto da calvizie e da ambizioni frustrate – trovandolo assolutamente irresistibile. E quando lei, sopraffatta dagli ormoni gravidici, lo costringe a fare sesso mentre lui le implora di essere lasciato in pace, ché è stanco, poco mancava che mi mettessi a piangere per la commozione: signore e signori, ecco una rappresentazione prosaica e veritiera del sesso maturo in una delle sue tante varianti.
Il sesso ai tempi della cellulite e della secchezza vaginale
“C’è solo una cosa peggiore del sesso in menopausa, ed è il sesso prima della menopausa” – chiosa Simona detta “la regina del ribaltabile”. Se lo dice lei dev’essere vero – “Nei film romantici c’è sempre una scena in cui la ragazza, dove dopo aver fatto l’amore, si alza dal letto drappeggiandosi un lenzuolo attorno al corpo, languida e seducente. È una scena richiesta dal senso pudore e dalla fascia protetta, ma per me è il paradigma di quello che rappresentava il sesso prima dell’avvento della menopausa: qualcosa di atletico, performante, patinato. Divertente? Anche, ma non sempre. Ho iniziato a divertirmi di più quando i miei difetti fisici hanno superato ogni possibilità di occultamento insegnandomi a ignorarli per lasciarmi andare. D’altronde, nemmeno i miei partner sono mai stati dei sex symbol dunque perché preoccuparsi del loro giudizio? E poi c’è anche altro”.
Sono tutta orecchi, Simona
“Il mio compagno ha una pancia grossa, una pancia davvero enorme. La amo, quella pancia, gliel’ho vista crescere. Lì dentro ci sono le notti in cui abbiano dormito abbracciati, le volte che abbiamo litigato, i viaggi che abbiamo condiviso, le bollette pagate in ritardo, i pasti cucinati assieme. C’è la nostra vita. Non esagero se ti dico che mi piace più adesso che vent’anni fa, quando era un trentenne magro e muscoloso. Quando siamo assieme mi passa anche la secchezza vaginale”.
E se non si ha la fortuna di invecchiare assieme a quella che abbiamo trasformato nella nostra anima gemella a colpi di discussioni e riappacificazioni, che si fa? Si è condannate a fare sesso scivolando sotto le coperte a luci spente per evitare di mostrare carni tremule e addomi rilassati?
Insomma cosa fare se, anziché vivere un vecchio amore, ci si imbatte in uno nuovo di zecca?
Per fortuna che c’è la cinematografia francese a parlare di amori in menopausa!
“Allora c’è un’altra commedia francese che devi vedere: Sage Femme. La protagonista è una cinquantenne alle prese con una madre invadente, un lavoro alienante, un figlio disobbediente. Una donna qualunque, insomma, che si innamora come si innamorano le donne che hanno tanto visto e tanto vissuto: con reticenza e di malavoglia. Lui è un camionista con troppe basette e pochi capelli, a unirli è la passione per la cura dell’orto. Il loro è un amore inconsueto ma che si rivela intenso perché nasce dentro vite ordinarie, sa crescere senza deflagrare, esprimersi senza mettere didascalie alle emozioni, litigare senza lacerazioni. Un amore che sa aspettare”.
Difficile fare sesso con l’atrofia vulvo-vaginale in agguato
Sì, ma sa anche fare sesso? Perché non vorrei fare la cinica della situazione ma temo che, se mi innamorassi alla mia età, la cellulite sarebbe l’ultimo dei problemi, l’atrofia vaginale il primo. Sai com’è: gli estrogeni latitano, la lubrificazione collassa, le pareti vaginali diventano meno elastiche (“friabili” mi è stato detto, e sto ancora rabbrividendo), i rapporti si fanno dolorosi. C’è persino il rischio che le lesioni dell’epitelio aprano la strada a infezioni! In questo panorama desolante anche avere un rapporto modesto seguito da orgasmo tiepido sembra essere un traguardo difficilmente raggiungibile, figuriamoci lasciarsi andare alla passione per un uomo con le basette.
Insomma, la filmografia francese sarà anche calata in contesti in cui è possibile riconoscersi, ma non sino al punto di mostrare i protagonisti che fermano le danze perché lei prova dolore. Eppure sarebbe plausibile: il 50% delle donne in post-menopausa soffre di atrofia vulvo-vaginale, non undisturbo transitorio ma una vera e propria condizione patologica destinata a cronicizzare, dolorosa, invalidante, indifferente agli entusiasmi del cuore.
Nonostante sia così diffusa e impatti in maniera negativa sui rapporti affettivi, sulla spontaneità sessuale e, in ultimo, sulla qualità della vita di chi ne soffre, le donne non ne parlano volentieri nemmeno al proprio ginecologo.
I ginecologi, peraltro, sembrano soffrire della stessa ritrosia: da una survey online condotta tra Italia, Spagna, Germania e Gran Bretagna è risultato che solo il 10% di loro affronta spontaneamente il discorso, lasciando le pazienti sole con i propri disagi.
Forse, dunque, la vera cosa da fare sarebbe pretendere una sessualità libera da lenzuola drappeggiate e da secchezze vaginali ma con nouances all’altezza della nuova situazione anagrafica e sentimentale.
Le opzioni per superare l’atrofia vaginale ci sono.
E se il problema è la ritrosia a parlarne con il ginecologo, ecco qui un elenco di professionisti disposti a farlo al posto nostro.
(*) Referenze
- Nappi RE, Climacteric 2015; 18: 233-240
- Nappi RE and Kokot-Kierepa M. Climacteric 2012; 15:36-44
- Nappi RE, et al. Maturitas 2013; 75:373-379