Una coppia affiatata e felice aiuta i suoi componenti a superare meglio qualsiasi problema, compresi quei disagi che la menopausa può riversare sulla vita quotidiana interferendo con l’armonia e con quelle piccole, rassicuranti e serene abitudini. Vediamo come superare i momenti difficili, se necessario, facendosi guidare in questa “rinascita”.

 “Cosa ci sta succedendo?”

È la domanda che molte donne si pongono dopo il piccolo grande cataclisma che la menopausa ha riversato sulle loro vite, un momento nel quale tutto sembra sfuggente. Quella relazione di coppia unica, profonda, come se fosse una fortuna riservata, si fa più rarefatta.

Così i sensi di colpa arrivano a inquinare le giornate: sensi di colpa per un amore superficiale, sensi di colpa per la consapevolezza di non fare nulla per tornare a farlo vivere di luce e di passione.

Quello che sta succedendo è che ti sei persa nei tuoi disagi quotidiani. Ti senti provata fisicamente e mentalmente dall’Atrofia Vaginale, dalle perdite che ti fanno sentire sporca, dal prurito e dal bruciore che a volte sono così intensi che non danno tregua e vorresti strappartelo di dosso quel simbolo genitale che ricorda tutto ciò che sei stata, che volevi essere, che amavi e che ti dava piacere.

La tua secchezza sono lacrime che non riesci più a piangere e che si sono trasformate in apatia e rabbia e sei consapevole che questo malessere contagia tutti e due, contagia te, lui. È come un veleno giallo che si insinua nella quotidianità e che mina il rapporto di coppia, stilla, dopo stilla.

Il fatto di non trovarsi più vicini fisicamente – come potresti farlo con piacere, con il dolore che provi? – ti inonda di sensi di colpa, più forti ancora delle sue rassicurazioni: dice che passerà anche questa tempesta e che tornerete a sorridere. Dice che sa pazientare, che non è più un ragazzino e che siete ancora speciali, unici. Dice che ti ama e che per questo comprende.

Ma tu non vuoi comprensione. Quel che cerchi è la fine: la fine del disagio, la fine del dolore, la fine di questo stato che non pensavi fosse così duro. Hai voglia di tornare a essere te stessa. Riappropriarti della tua vita.

Il potere della mente può vincere su quello degli ormoni

Trova un esperto

Sappiamo che non sei l’unica a sperimentare questi stati d’animo e che forse anche tu che stai leggendo hai provato sulla tua pelle un po’ della rabbia e della delusione che si legge in questo incipit.

La questione è che non si può prevedere l’impatto della menopausa sulle nostre vite quotidiane: molte donne (per fortuna) raccontano di non aver provato chissà quali disagi e di aver superato il momento iniziale più faticoso senza grossi timori. Queste donne sono tornate ben presto a rimpossessarsi della propria vita appieno con un giusto e necessario supporto specialistico: quello di un ginecologo esperto menopausa che ha seguito l’evoluzione naturale delle modificazioni che il corpo subisce, suggerendo una strada per ritrovare la “normalità”.

Tuttavia ci sono anche altri casi dove, a far da discriminante, sono componenti di diversa natura: genetica, caratteriale, fisiologica, ambientale. Ci sono Le donne che, come la nostra lettrice, perdono il contatto con il proprio “io” e vivono questi anni di transizione alla vita matura con grande apprensione. I ben noti problemi legati alla cattiva qualità del sonno, alle sensazioni di ansia, alla tendenza a rispondere con un atteggiamento mesto e apatico agli stimoli di tutti i giorni, all’irritabilità, al fastidio incessante e invalidante portato dalla secchezza intima, possono riversarsi sulla vita di coppia.

Ma non esiste tempesta, per quanto potente, che possa annientare la voglia di andar per mare. È su questa consapevolezza che puoi poggiare le basi della tua rinascita definitiva, personale e di coppia.

I fattori che rendono più sostenibili i comuni disagi della menopausa

Una questione soggettiva, dicevamo, che come tutte le cose della nostra vita (menarca, gravidanza, parto, allattamento, ecc, ecc) cambia da donna, a donna. La menopausa incide con i suoi disagi in modo diverso perché tali sono la nostra genetica e la nostra fisiologia: diverse e uniche.

Ma se (solo) così fosse, con qualche esame clinico si potrebbe prevedere (e quindi correre ai cos'è l'atrofia vulvo vaginaleripari) ciò che accadrà una volta che la vita fertile avrà cessato il suo corso. E invece così non è.

Perché?

Perché i fattori che determinano l’intensità, la severità, il perdurare e il riverbero che gli effetti delle fluttuazioni ormonali comportano su noi donne, sono molti di più e molto meno “tangibili”.

Ma andiamo per ordine.

#1 componente genetica

Sappiamo che la menopausa arriva quando termina la nostra riserva di ovociti e pertanto la funzionalità ovarica si esaurisce. Considerando che ogni bambina alla nascita presenta un patrimonio di ovociti determinato, è stato già provato che è possibile ricondurre il momento della comparsa della menopausa a un progetto genetico già scritto nel nostro DNA.

Ad avvalorare questa tesi c’è la comprovata ereditarietà dell’età climaterica che sarebbe intorno al 41,6%, come dichiarato nello studio pubblicato sulla rivista scientifica Menopause a cura dello staff di Danielle Morris, ricercatrice dell’Institute of Cancer Research di Sutton (UK). Il medico inglese ha condotto una serie di studi proprio sulla correlazione fra familiarità e menopausa, sia quando questa si manifesta precocemente che quando arriva tardivamente, arrivando a identificare un dato significativo: quasi la metà delle donne osservate è entrata in menopausa alla stessa età della madre o delle sorelle maggiori.

È chiaro che una menopausa precoce può minare severamente la serenità di una coppia, specialmente se il desiderio di avere figli non è ancora stato soddisfatto e se questa evenienza si presenta dopo pochi anni di matrimonio.

#2 componente caratteriale/culturale

Le reazioni e l’impatto sulla vita quotidiana dei disagi che la menopausa inevitabilmente porta co sé, sembrano variare di molto in base a un principio culturale. Nel mondo occidentale 6 donne su 10 dicono di sperimentare le vampate di calore, in Giappone 1 su 10 (riflessione maliziosa: non le hanno o non ne parlano?)

Qualcuno attribuisce queste differenze all’alimentazione, altri allo stile di vita orientale che avrebbe il potere curandero di eliminare i disagi della menopausa, altri ancora alla ginnastica dolce che tradizionalmente è incastonata nelle frenetiche vite del Paese del Sol Levante.

Certo è che, al di là dei tentativi di dimostrare il “livello di disagio” connesso con l’etnia di appartenenza, ci sono sicuramente delle persone che sopportano di più e meglio di altre questi fastidi.

Perché?

Per lo stesso motivo per il quale ci sono persone che non fanno il bagno al mare per paura e altre che si avventurano con le bombole e il boccaglio nei fondali bui. Per lo stesso motivo per il quale ci sono persone che si risollevano presto e bene dopo una disavventura e altre che sviluppano attacchi di panico, per lo stesso motivo per il quale ci sono persone che fanno successo nella vita, pur avendo umili origini e facendo una fatica boia per ottenere risultati e altre che, pur avendo la porta vuota dinnanzi a sé non segnano mai quel punto. Per lo stesso motivo per il quale “le due signora M” della storia che ho raccontato qualche tempo fa hanno la medesima giornata ma un finale differente.

Perché c’è una medicina potente per curare molti disagi: il tuo atteggiamento nei confronti della vita. La felicità (o meglio la ricerca della felicità) è un esercizio da imparare ogni giorno, per sentirsi meglio da subito. E si impara, come tutte le altre cose.

Inizia da adesso. Inizia a cambiare atteggiamento: se vivi sperando che domani sia un giorno migliore, che accadrà “qualcosa” che ti cambierà il broncio in sorriso, avrai solo perso un’occasione. La tua felicità dipende solo da te. Non da fattori esterni.

Il presente è tutto ciò che hai. È qui che devi agire e operare, assaporando ogni piccolo avvenimento, ogni gesto, ogni sorriso, ogni momento d’amore e di positività.

#3 componente psicologica

Esiste un disagio nel corpo e uno della mente. Esistono delle soglie di accettazione del disagio. La correlazione fra qualità della vita e dolore (fisico o mentale) è influenzata da alcuni fattori, come si legge nel libro “La percezione del dolore: ruolo della corteccia frontale” (Tiengo, Springer Verlag 2001): innanzitutto “quello demografico, ovvero il significato attribuito al dolore”.

E ancora: “La comparsa di idee catastrofiche (“È la fine per me”), la somatizzazione, la disperazione (“Non c’è più niente da fare per me”), aumentano l’effetto negativo del dolore sulla qualità della vita. L’eggetto opposto si ottiene attuando tecniche psicologiche che aiutino […] a migliorare l’approccio al disagio (active problem solving) o che focalizzino l’attenzione su altri aspetti”.

È chiaro che un atteggiamento positivo, propositivo, resiliente (una parola il quale significato andrebbe approfondito) aiuta moltissimo e può determinare una qualità della vita immediatamente migliore.

(Per inciso, c’è anche una “nuova” scienza dal nome impronunciabile, la psico-neuro-endocrino-immunologia che si occupa di quantificare il numero di neurortrasmettitori liberati dalle emozioni, cioè di capire come, meccanicamente, sia possibile che alcune persone riescono a “curarsi” o ad “ammalarsi” per per cause ambientali… e c’è ancora tanta strada da fare).

Ecco come la coppia può trarre beneficio dal tuo stato di (ritrovato) benessere

C’è bisogno di aggiungere altro? Se tu stai bene (o meglio) il tuo partner ne sarà certamente felice e con esso i tuoi figli e le persone a te care.

Grazie a questo ritrovato benessere sarete più positivi e propositivi nell’affrontare i disagi di una vita di coppia sicuramente un po’ modificata dall’arrivo della menopausa (ma non è detto). È uno stato fisiologico, non è una malattia e pertanto non c’è nulla di anormale in quello che provi.

Prova a metterlo a pari di quanto ti accade, delle sensazioni che hai, dei disagi e dei dolori e unite le forze, attraverso una strategia, per trovare un modo nuovo di essere, consapevoli della nuova fase di vita.

Insieme al tuo partner potrai trovare una soluzione efficace ai disagi derivanti, ad esempio, dalla dispareunia, dalla secchezza che rende difficile l’intimità, al calo del desiderio.

Insieme al tuo ginecologo potrai individuare un percorso per lenire e alleviare le eventuali conseguenze dell’Atrofia Vulvo Vaginale e migliorare ulteriormente la vita di coppia.

Se avrai voglia potrai farti guidare anche da un terapeuta che ti mostrerà quanto sono grandi le tue capacità e quanto è potente il cambio di prospettiva sulle cose.

“Sono salito sulla cattedra per ricordare a me stesso che dobbiamo sempre guardare le cose da angolazioni diverse. E il mondo appare diverso da quassù. Non vi ho convinti? Venite a veder voi stessi. Coraggio! E’ proprio quando credete di sapere qualcosa che dovete guardarla da un’altra prospettiva.”

(John Keating, protagonista de L’attimo fuggente)

(*) Referenze

  • Nappi RE, Climacteric 2015; 18: 233-240
  • Nappi RE and Kokot-Kierepa M. Climacteric 2012; 15:36-44
  • Nappi RE, et al. Maturitas 2013; 75:373-379

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