Ci sono dei muscoli poco conosciuti del corpo di una donna che sono però importantissimi per garantire che alcune funzioni fisiologiche e funzionali continuino a svolgersi correttamente per tutta la vita. È il caso dei muscoli pelvici che puoi allenare con una ginnastica specifica. Vediamo come.

Dopo il parto non sei riuscita più a recuperare appieno il tono muscolare del ventre? Hai piccoli episodi di incontinenza urinaria, magari se tossisci, ridi oppure se starnutisci?

È una questione assolutamente frequente e moltissime donne non riescono più a recuperare la piena funzionalità della zona intima, sia a livello di funzionalità fisiologiche che sessuale. Questo è ancora più frequente nel caso di parti traumatici, ma generalmente è una condizione che si verifica – seppur in gradi differenti – in molte donne che hanno partorito per vie naturali.

Il parto, però, non è l’unico responsabile del rilassamento pelvico e della progressiva perdita di funzionalità dei muscoli pelvici. Anche in donne che non hanno avuto figli, dopo la menopausa possono verificarsi disfunzioni urinarie (incontinenza) o prolassi che sono direttamente attribuibili a un indebolimento muscolare pelvico.

Il pavimento pelvico o muscolo pelvico è una fascia muscolare che si estende dall’osso pubico fino alla colonna vertebrale, formando dunque una specie di coppa entro la quale si trovano la vescica, l’utero e l’ultima parte del retto. Ecco perché i danni alla muscolatura pelvica possono comportare il prolasso di alcuni organi, fra i quali l’utero, oppure condurre a incontinenza urinaria, rettale o dolore ai rapporti (dispareunia).

Menopausa e pavimento pelvico: cosa accade?

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Che ci siano o no traumi precedenti, con l’arrivo della menopausa tutti i tessuti muscolari del tuo corpo, pavimento pelvico compreso, iniziano a cambiare: la trasformazione è molto lenta ma progressiva e la combinazione con gli squilibri ormonali provoca un indebolimento generale, la diminuzione della massa magra e della fibra muscolare, la perdita di tono ed elasticità.

Ecco perché alcuni muscoli meno utilizzati, come quelli delle braccia, possono portare alla comparsa di inestetismi frequenti e comuni (le odiose ali di pipistrello). Ma se in questo caso il disagio è legato solo all’estetica, quando parliamo di muscoli pelvici le difficoltà possono diventare addirittura invalidanti, sebbene esternamente non si veda nulla.

Il muscolo pelvico infatti è interno ma la sua funzione di sostegno è importantissima. Per questo è fondamentale imparare a controllarlo al più presto perché sia possibile esercitare il pavimento pelvico con piccoli e discreti esercizi invisibili che puntano a rafforzare e mantenere la tonicità e l’elasticità il più a lungo possibile.

Se non hai mai affrontato la questione, sappi che non è mai troppo tardi e anche in menopausa è possibile iniziare un percorso di riabilitazione del pavimento pelvico e tornare alla migliore funzionalità possibile.

Riabilitazione del pavimento pelvico in menopausa

Fino a qualche decennio fa, l’unica via per curare le conseguenze di un rilassamento o di un prolasso del pavimento pelvico era quella chirurgica. L’alternativa era optare per la rassegnazione a una quotidianità piena di disagi e fastidi e a una vita di coppia praticamente azzerata.

Oggi per fortuna esiste la possibilità di lavorare efficacemente per riabilitare e rafforzare la muscolatura interna del pavimento pelvico attraverso una serie di attività cosiddette “conservative”:

    • Chinesiterapia pelvi-perineale: che consiste in una serie di esercizi guidati di contrazione e rilassamento dei muscoli del pavimento pelvico al fine di rafforzare la muscolatura e favorire la consapevolezza della donna rispetto alla posizione di questa fascia e della sua azione;

 

    • Elettrostimolazione funzionale: un’altra tecnica indicata nel caso in cui la donna non riesca a effettuare le contrazioni del muscolo pelvico in modo volontario e/o adeguato. Mentre la chinesiterapia è una tecnica attiva, nella quale la donna esegue volontariamente delle contrazioni, in questo caso si tratta di un metodo passivo che sfrutta un macchinario elettrostimolatore al quale viene collegata una piccola sonda vaginale o anale. La terapia è assolutamente indolore e non provoca fastidi né effetti collaterali;

 

    • Biofeedback: è una tecnica che mira a una “educazione sensoriale” della donna rispetto alla posizione e alla forza dei suoi muscoli pelvici. Molto simile alla chinesiterapia, il biofeedback fornisce però informazioni utili al terapeuta per impostare il trattamento.

Il percorso più giusto può essere studiato insieme al tuo ginecologo esperto in menopausa.

La riabilitazione del pavimento pelvico è efficace in caso di:

  • Schiena dolorante e problemi posturali (dovuti a un indebolimento della muscolatura)
  • Lieve incontinenza (quando si tossisce o starnutisce) o piccole perdite
  • Scarso controllo dello sfintere e meteorismo
  • Recupero della funzionalità vescicale, rettale, uterina
  • Senso di peso sulla vescica o sul retto
  • Dispareunia
  • Diminuzione del piacere e/o della sensibilità intimi

Niente paura: ecco come si svolge una seduta di riabilitazione del pavimento pelvico

Quando l’intervento di un ginecologo o di uno specialista interessa l’area intima, il senso

Fastidi intimi durante la menopausa

di ansia o di preoccupazione per “come sarà” è alle porte. In questo caso non c’è davvero nulla da preoccuparsi perché la seduta è breve, indolore e soprattutto discreta.

Un ginecologo esperto in menopausa chiederà informazioni sulla tua condizione, su quali sono i sintomi che hanno spinto a chiedere la sua consulenza. Una visita manuale farà da preambolo ad alcune spiegazioni anatomiche che faranno in modo che tu possa individuare correttamente il muscolo perineale.

A questo punto lo specialista consiglierà il percorso adatto. In caso di chinesiterapia il ginecologo o il terapista al quale potreste essere inviata, vi darà semplici istruzioni a voce di contrazione e rilassamento del pavimento pelvico. Gli esercizi si eseguono da sedute, in piedi o supine, a seconda delle indicazioni che ti verranno date.

Se invece ti consiglieranno il biofeedback o l’elettrostimolazione ti verrà chiesto di inserire una piccolissima sonda che misura o dà l’avvio alle contrazioni. Entrambi i trattamenti sono assolutamente indolori.

(*) Referenze

  • Nappi RE, Climacteric 2015; 18: 233-240
  • Nappi RE and Kokot-Kierepa M. Climacteric 2012; 15:36-44
  • Nappi RE, et al. Maturitas 2013; 75:373-379

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