La lubrificazione femminile svolge diverse funzioni, non solo sessuali. In menopausa si riduce a causa del calo dei livelli di estrogeni e la conseguenza più comune è la secchezza vaginale, che a sua volta potrebbe avere altre conseguenze come difficoltà e dolore durante i rapporti intimi  infezioni ricorrenti – ma potrebbe anche essere un sintomo dell’AVV.

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Lubrificazione femminile: cos’è e come funziona

La mucosa vaginale ha la capacità di auto-idratarsi cioè di mantenersi sempre umida e lubrificata grazie alla produzione di fluidi gelatinosi trasparenti: proprio come la bocca, che produce continuamente saliva ed è sempre umida. Questa naturale lubrificazione permette alle mucose del corpo, e anche a quelle vaginali, di mantenere le loro funzioni. Oltre a questo i fluidi che produciamo servono anche a mantenere l’equilibrio della flora batterica, protettiva nei confronti delle infezioni.

Il meccanismo che consente a queste secrezioni di bagnare, e quindi di idratare, le pareti vaginali è legato ad un neurotrasmettitore che si chiama Peptide Intestinale Vasoattivo. Questo neurotrasmettitore svolge una funzione vasodilatatrice dei vasi vaginali: in questo modo permette ai liquidi prodotti in diverse zone dell’apparato genitale di passare attraverso la parete della mucosa.  

Il grado di lubrificazione naturale della vagina, però, dipende anche da due altri fattori:

  • Gli estrogeni: questi ormoni agevolano la funzionalità del neurotrasmettitore Peptide Intestinale Vasoattivo, perciò quando i valori di estrogeni sono alti il secreto vaginale aumenta; al contrario, livelli bassi di estrogeni corrispondono ad una ridotta lubrificazione naturale. Non a caso nelle varie fasi dell’ovulazione si può notare un cambiamento delle secrezioni vaginali, così come in menopausa quando tendono a ridursi.
  • L’eccitazione: è noto che in questa particolare condizione la secrezione di liquidi lubrificanti aumenta in modo fisiologico per facilitare il rapporto intimo. È chiaro che se c’è scarsa secrezione l’intimità può risultare difficile o addirittura dolorosa, perché potrebbe causare piccole lesioni alle pareti vaginali.

Quali sono le funzioni della lubrificazione femminile

La lubrificazione naturale è fondamentale per non provare dolore durante i rapporti intimi, ma è anche importante per mantenere la salute della vagina e della vulva e per garantire uno schermo protettivo contro le infezioni.

Dunque la lubrificazione vaginale è responsabile anche di:

  • Mantenere l’equilibrio dell’ecosistema vaginale, fondamentale per difendere l’ambiente intimo dal rischio di infezioni.
  • Mantenere l’acidità del pH vaginale, che generalmente è intorno a pH 4, 5 (condizione che rende l’ambiente vaginale inospitale per i batteri). Al contrario, per effetto del calo di estrogeni e della conseguente riduzione di lubrificazione naturale, il pH intimo tende ad aumentare (può arrivare fino a 7). In questo caso diminuisce la capacità di contrastare i batteri.
  • Garantire una lubrificazione naturale che agevola i rapporti intimi.

Perché la lubrificazione femminile si riduce in menopausa

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Alla fine della vita fertile diminuisce fisiologicamente la produzione di estrogeni. Tra le conseguenze dirette o più frequenti possono esserci:

Quello di cui potresti non accorgerti è che livelli più bassi di estrogeni influiscono anche sull’ecosistema intimo e, di conseguenza, sulla ridotta capacità della vagina di auto-idratarsi. Il risultato è che i tessuti vaginali diventano più asciutti e, poiché con il passare del tempo è fisiologico anche un loro assottigliamento, più fragili.

La conseguenza più comune di una ridotta lubrificazione naturale è la secchezza vaginale

La conseguenza diretta di questa condizione è la secchezza vaginale che provoca disagio in menopausa a tantissime donne: “Ne soffre il 47% delle donne già dopo soli tre anni intimità e menopausadall’ultimo ciclo, lo lamentano quasi tutte a 10 anni dalla menopausa” stima la professoressa Alessandra Graziottin, Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica H. San Raffaele Resnati di Milano.

In genere la secchezza vaginale si accompagna a:

  • prurito proprio per via della secchezza, come accade anche quando hai la pelle secca
  • bruciore anche in questo caso parliamo di una sensazione che può essere direttamente connessa alla mancanza di idratazione: è lo stesso bruciore che avverti all’interno della bocca dal dentista, dopo un po’ che lui lavora con l’aspiratore in azione.
  • irritazioni una mucosa secca può essere maggiormente soggetta a irritarsi facilmente. Accade come per un’abrasione: uno sfregamento meccanico (durante l’intimità con il partner ma anche con la biancheria intima) può provocare dolore, arrossamenti e persino piccole lesioni.

Se riconosci questi fastidi non temporeggiare: è importante riportarli al ginecologo, che può individuare un percorso adatto a te per tenerli sotto controllo.

Le conseguenze della secchezza vaginale: l’amore doloroso

La secchezza vaginale può essere responsabile di una serie di fastidiose conseguenze per il benessere e l’intimità di coppia.

Quando le mucose vaginali sono meno idratate, infatti, tendono a diventare più sensibili e delicate. Questa condizione può determinare dolore durante i rapporti intimi (dispareunia): la secchezza vaginale è il principale motivo per cui in menopausa l’amore può diventare doloroso. Più asciutte e fragili, le pareti vaginali possono riportare dei microtraumi durante il rapporto e per questo infiammarsi, irritarsi o sanguinare.

Per evitare che questa situazione finisca per influire negativamente sul tuo rapporto di coppiaaffronta la questione con il tuo partner e, magari proprio insieme a lui, rivolgiti ad un ginecologo esperto in menopausa. Il professionista saprà spiegare ciò che accade e contribuire a trovare una soluzione per continuare ad amare.

Non darla vinta alla vergogna e all’imbarazzo: “negare” il tuo disagio o temporeggiare “in attesa che passi” non funzionerà.

Le conseguenze della secchezza vaginale: le infezioni intime

Abbiamo detto prima che in caso di ridotta lubrificazione naturale e calo dei livelli di estrogeni, il pH vaginale tende a perdere la sua naturale acidità diminuendo la sua capacità di fare da “barriera” ai batteri.

Questo può “aprire la strada” alle infezioni, che proprio per questo motivo in menopausa possono essere più frequenti. Le più comuni possono essere:

  • la cistite post coitale: è una delle infezioni più ricorrenti e compare da 1 a 3 giorni dopo i rapporti
  • la Candida: molto diffusa in menopausa per effetto delle modificazioni del pH vaginale, è dovuta a un fungo già presente nella flora microbica vaginale.

Se la secchezza vaginale è un sintomo dell’Atrofia Vulvo Vaginale

Sin qui abbiamo parlato delle conseguenze della secchezza vaginale, intesa come fenomeno fisiologico direttamente collegato alla riduzione della lubrificazione naturale.

La secchezza vaginale, però, potrebbe essere anche un segnale di Atrofia Vulvo Vaginale, una condizione che riguarda 1 donna su 2 dopo i 50 anni e che ha proprio nella secchezza vaginale un importante campanello di allarme. Gli altri sintomi dell’Atrofia Vulvo Vaginale possono essere: prurito, dolore durante i rapporti e piccole perdite ematiche.

L’Atrofia Vulvo Vaginale va tenuta sotto controllo ginecologico perché può tendere a peggiorare con il tempo: è infatti una condizione patologica cronica e progressiva. Per questo motivo la diagnosi precoce è fondamentale per trattarla con successo.).

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