Ci sono alcuni esami che possono rivelare i livelli ormonali. Ecco quali sono, quando sono utili e cosa possono rivelarti in menopausa e perimenopausa.
In questo post parleremo di:
- Come si misurano i livelli ormonali?
- Misurare i livelli ormonali: quali sono gli esami da fare e perché
- Misurare i livelli ormonali: quando è utile farlo
- Misurare i livelli ormonali: cosa possono rivelarti in menopausa e perimenopausa
- Misurare i livelli ormonali: quando c’è relazione con l’Atrofia Vulvo Vaginale
I cambiamenti ormonali sono del tutto fisiologici a partire da una certa età della vita di una donna. La menopausa, infatti, non è un evento improvviso ma un processo naturale che passa attraverso una lunga e graduale trasformazione dell’organismo che si prepara alla fine dell’età fertile.
Alcune donne possono avvertire le prime modificazioni nei livelli ormonali già prima della perimenopausa, specialmente se c’è una buona confidenza con il proprio corpo. In ogni caso, il segno più evidente di un mutato equilibrio tra estrogeni e progesterone è l’irregolarità mestruale che potrebbe comparire a partire dai 42/45 anni.
Altri segnali, spesso fastidiosi e disagevoli ma ben noti e riconducibili alla menopausa, possono essere:
- vampate di calore e sudorazioni notturne
- disturbi del sonno
- sbalzi d’umore, irritabilità e stress
- fastidi intimi di diverso genere.
Dunque sapere “a che punto è” il tuo corpo, potrebbe essere importante anche per imparare a ricondurre ad un quadro di normalità le tue sensazioni. Per questi motivi quando il ginecologo ritiene che sia il momento, può essere importante misurare i livelli ormonali.
Come si misurano i livelli ormonali?
Per avere un quadro chiaro della situazione ormonale basta un semplice prelievo di sangue. Un esame utile e importante in menopausa e da ripetere con regolarità anche per:
- scoprire come sta cambiando il lavoro del tuo sistema endocrino in vista della menopausa
- conoscere molto del tuo stato di salute generale
- prevenire eventuali fattori di rischio che la menopausa potrebbe aumentare
Misurare i livelli ormonali: quali sono gli esami da fare e perché
Per conoscere i livelli ormonali è sufficiente un normale prelievo di sangue che prenda in esame una serie di fattori specifici e che troverai indicati nei referti con acronimi tecnici e termini scientifici che a prima vista potrebbero apparirti persino sconosciuti.
In realtà si tratta di ormoni fondamentali per il tuo equilibrio generale che in questa fase della tua vita sono degli indicatori importantissimi a cui prestare attenzione.
Rivolgiti al tuo ginecologo di fiducia o cerca un ginecologo specializzato in menopausa nella tua città: sarà compito dello specialista, dopo un’attenta valutazione, prescriverti gli esami a cui sottoporti. Ecco quali potrebbero essere:
· FSH, ormone follicolo-stimolante
Si tratta dell’ormone che stimola la maturazione dei follicoli nelle ovaie. L’FSH è l’indicatore fondamentale sul tuo stato di fertilità. Quando le ovaie iniziano a lavorare di meno in vista della cessazione definitiva della loro attività, il livello dell’FSH prodotto dall’ipofisi sale.
I parametri di riferimento sono questi:
- FSH tra 10 e 30 mUI/ml: indica che sei ancora fertile ma l’ovaio inizia a faticare
- FSH tra 30 e 40 mUI/ml: indica che con ogni probabilità non sei più fertile, quindi sei prossima alla menopausa.
· LH, ormone luteinizzante
È l’ormone prodotto dall’ipofisi che stimola la produzione di estrogeni e progesterone e regola l’ovulazione. Per questo motivo nel corso del mese i suoi valori sono variabili a seconda della fase del ciclo in cui il tuo corpo si trova (si innalzano a ridosso dell’ovulazione).
Come l’FSH, anche il valore dell’LH aumenta quando il tuo organismo inizia a modificarsi per prepararsi alla menopausa. La differenza, però, sta nel fatto che i livelli dell’ormone luteinizzante impiegano più tempo a mutare quindi l’LH rappresenta un indicatore più tardivo dell’approssimarsi della perimenopausa e della menopausa.
I parametri di riferimento per l’LH sono questi:
- LH tra 0,4 e 105 mIU/ml (a seconda della fase del ciclo): indica che sei in età fertile
- LH stabile tra 15 e 62 mIU/ml: indica che qualcosa sta cambiando nella produzione di estrogeni e progesterone e di conseguenza nella regolarità della tua ovulazione.
· E2, Beta Estradiolo
È un estrogeno prodotto dalle ovaie, pertanto i suoi valori danno la misura della funzionalità ovarica. Questo è, a sua volta, un indicatore importante della vita fertile in generale e della fase ciclica in particolare, ma anche dell’approssimarsi della menopausa. Contrariamente a quanto accade per FSH e LH, in vista della fine dell’età fertile i valori di E2 Beta Estradiolo diminuiscono.
I parametri di riferimento sono questi:
- E2 tra 15 e 350 pg/ml (i livelli sono ampiamente variabile durante il ciclo mestruale): indica che sei in età fertile
- E2 tra 40 e 400 pg/ml: indica che sei in fase di premenopausa
- E2 <20 pg/ml: indica che sei in menopausa.
· Progesterone
È un ormone steroideo che costituisce l’indicatore di avvenuta ovulazione o meno e prepara l’utero all’eventuale impianto dell’embrione. Misurare i valori di progesterone è fondamentale per valutare la fertilità.
Il progesterone regola anche le funzioni sessuali durante il ciclo mensile ed è il principale “imputato” della sindrome premestruale. Quando ci si avvicina alla menopausa i suoi livelli diminuiscono drasticamente, ecco perché possono scoppiare mal di testa, irritabilità, insonnia o altri disturbi che assomigliano molto a quelli che porta con sé anche la perimenopausa.
I parametri di riferimento sono questi:
- Progesterone tra 0.20 e 27 ng/ml (a seconda dalla fase del ciclo): indica che sei nella vita fertile
- Progesterone < 0,15 – 0,80 ng/ml: indica che sei in menopausa.
Misurare i livelli ormonali: quando è utile farlo
Come abbiamo detto, la menopausa è il punto di arrivo di un processo lungo e graduale che può coinvolgere corpo e psiche con manifestazioni diverse da donna a donna e, soprattutto, in epoche diverse. Per questi motivi non esiste “un’età per la menopausa” ma questa arriva per ogni donna in tempi e modi individuali.
A fare la differenza sono innanzitutto i fattori genetici: l’età nella quale si entra in menopausa è spesso più o meno la stessa tra madre e figlia o tra sorelle, ovvero può esserci familiarità. Lo stesso vale per la menopausa precoce o per la menopausa tardiva.
Ti facciamo questa premessa per spiegarti perché non c’è un’età precisa per misurare i livelli ormonali: è il ginecologo che può consigliarlo ed è bene, pertanto, continuare a fare visite regolari, almeno una volta all’anno, specialmente negli anni dell’approssimarsi alla menopausa e dopo la cessazione della vita fertile. Lo specialista può stabilire se è necessario indagare sullo stato della tua produzione ormonale, anche sulla base di eventuali disturbi che gli riferirai e per capire se questi possono essere legati alla menopausa.
Misurare i livelli ormonali: cosa possono rivelarti in menopausa e perimenopausa
I livelli ormonali rappresentano una cartina al tornasole perché certi valori sono un segnale che le cose stanno cambiando nel tuo organismo. A questo proposito, la misurazione dei valori ormonali in perimenopausa e menopausa può rivelarti una serie di conseguenze a livello intimo (dovute proprio al calo di ormoni) che è bene indagare per:
- tenere sotto controllo eventuali disturbi e disagi
- prevenire possibili condizioni patologiche che possono essere legate alla menopausa.
Un’accertata carenza di estrogeni può, ad esempio, individuare eventuali cambiamenti e modificazioni a livello intimo e spiegare:
- secchezza vaginale
- prurito intimo
- bruciore intimo
- infezioni intime ricorrenti
- aumentata frequenza nella minzione
- modificazioni della pelle e delle mucose
Misurare i livelli ormonali: quando c’è relazione con l’Atrofia Vulvo Vaginale
Come abbiamo detto, conoscere lo stato della tua produzione ormonale è fondamentale non soltanto per sapere se e quando il tuo corpo sta cambiando per prepararsi alla fine dell’età fertile ma anche per monitorare il tuo stato di salute.
Per effetto della carenza di estrogeni legata all’approssimarsi della menopausa, infatti, i tessuti vaginali possono diventare più sottili. Meno idratati naturalmente per effetto di una fisiologica riduzione della lubrificazione naturale, questi diventano più asciutti e meno elastici, di conseguenza più fragili. Da questa condizione derivano disagi e fastidi intimi che possono rendere i rapporti difficoltosi ma anche avere un impatto sul benessere psicofisico della donna.
Se noti questi disturbi, insieme agli altri della sfera intima che abbiamo già descritto prima, la prima e più utile azione da intraprendere è quella di fissare un appuntamento con il ginecologo, l’unico che possa individuare un trattamento adeguato per te. C’è molto che si può fare per gestire l’Atrofia Vulvo Vaginale ma, trattandosi di una condizione cronica e progressiva, una diagnosi precoce è fondamentale. In questo senso, spetta a te fare il primo passo.