Nell’ottica di un amore profondo e duraturo, elenchiamo una serie di consigli con cui, anche dopo i 50 anni, è possibile evitare di lasciarsi trasportare da facili abbagli emozionali e concentrarsi invece sul vero amore che ci accompagna per tutta la vita.
Gioia, rabbia, paura, tristezza, disgusto: emozioni di base, protagoniste di “Inside Out” un fortunato e profondo film di animazione uscito sul grande schermo nel 2015. Se non l’hai visto, temendo che si trattasse di un cartone animato per ragazzi, ti consiglio di cercarlo e di dedicargli una serata, magari insieme al tuo partner, perché si tratta di un vero “viaggio” all’interno di ciascuno di noi.
È vero che in quel caso la protagonista è un’adolescente, ma la storia e i suoi “attori” principali sono emblematici.
Perché ho iniziato consigliandoti questo film? Perché oggi ti parlo di emozioni e sentimenti, due mondi diversi e incidenti, che è importante conoscere e gestire anche per vivere appieno un amore duraturo e appagante.
Emozioni e sentimenti, riconoscerli e gestirli per un felice amore maturo
Le emozioni sono fondamentali perché colorano le giornate, perché danno un senso a ciò che facciamo, specie se sono belle e positive. Anche se le emozioni sono di paura o tristezza, spesso sono necessarie (e questo ben lo dimostra proprio il film) e si rivelano utilissime per superare dei momenti di impasse. Chi è incapace di provare emozioni oppure non le dà a vedere si dice anaffettivo, alessitimico o, più semplicemente, depresso.
Le emozioni, però, non sono durature. Sono momenti, attimi, dalla forza spesso dirompente (pensa alla rabbia) che hanno la peculiarità di scemare nel giro di poco tempo. Istanti oppure qualche ora. Possiamo certamente prolungare l’effetto di una emozione positiva nel tempo: un momento di gioia – ad esempio – ci fa stare bene anche nei giorni successivi se lo richiamiamo alla memoria, ma piano, piano la sua pienezza e la potenza delle sensazioni che genera, si affievoliscono naturalmente.
Tecnicamente, infatti, per emozione si intende uno stato mentale correlato a determinate modificazioni psico-fisiologiche, a stimoli interni o esterni, naturali oppure anche appresi. Si tratta di uno stato fisico, istintivo, dunque passeggero, che secondo lo psicologo Paul Ekman è insito sin dalla nascita nell’individuo e prende forma volta, per volta, nelle emozioni di base: gioia, rabbia, tristezza, disgusto, paura e vergogna. Le emozioni hanno una funzione relazionale (comunicazione agli altri delle proprie reazioni psicofisiologiche) e dall’altra parte hanno una funzione autoregolativa (comprensione delle proprie modificazioni psicofisiologiche).
Altra cosa sono i sentimenti che – per definizione – permangono nel tempo, possono consolidarsi e restare vividi e limpidi per molti anni, come accade nelle relazioni più lunghe e solide.
I sentimenti sono personali, perché sono il frutto di elaborazioni che passano anche attraverso le esperienze.
Le emozioni alimentano i sentimenti, ne sono parte integrante, a volte li fanno persino nascere, ma non sono la stessa cosa e imparare a conoscere e riconoscere questi due elementi come disgiunti permette di vivere con forza entrambi.
Trasformare le emozioni in sentimenti è possibile?
Quante donne, anche dopo i 50 anni, non riescono a “trovare l’amore” della vita? Quante non si rassegnano e continuano a cercare il ”principe azzurro”? Per alcune è una condizione comoda e affine con obiettivi e progetti personali, per altre donne, però, questo stato comporta una sofferenza interiore, un senso di incompletezza, un confronto con la quotidianità da “precaria dell’amore” difficile e problematico.
Se ci si mettono poi i fastidi provocati dalla menopausa che rendono i rapporti intimi più complicati e a volte dolorosi, ecco che la voglia di una relazione più stabile – dove la confidenza e il feeling con il compagno di vita può aiutare a superare ostacoli momentanei, disagi e difficoltà, dove è più facile parlare dei tuoi “piccoli segreti” e trovare nuovi modi di coccolarsi – diventa un bisogno.
In questi casi può essere utile affrontare un percorso di “educazione emotiva” che faciliti la trasformazione delle emozioni in sentimenti, che aiuti dunque a comprendere.
Il desiderio è un’emozione, l’amore un sentimento: cosa significa “amare” in 5 punti
Per un’educazione sentimentale che ti faccia di nuovo apprezzare i sentimenti e trovare l’amore, ecco alcuni atteggiamenti positivi sui quali puoi riflettere da subito.
- Uno dei primi passi per imparare a vivere i sentimenti tanto quanto le emozioni, è abbandonare una comune forma di egoismo ovvero l’idea che – nel bene o nel male – tu sia il centro di un mondo. Se non sei legata da una relazione lunga da molto tempo può essere complicato provare a vedere le cose da un altro punto di vista, ma se vuoi puoi riuscirci.
Pensa di essere parte di una rete di relazioni paritetiche, dove tutti a loro modo sono speciali e unici. Inizia, seguendo quest’idea, a riconoscere il valore degli altri e impegnati a coltivare le relazioni, anche di amicizia, in base a questo nuovo dettato, a questa nuova filosofia di vita (se ti piace di più).
- Il pensiero dell’uomo ideale, è sciocco e fuorviante. Esiste l’uomo che imparerai lentamente a conoscere, ad amare e a considerare insostituibile e “perfetto”, con tutte le sue imperfezioni.
Il primo approccio conta molto dal punto di vista emozionale (gli inizi possono essere grandiosi!) ma sappi che è fisiologico e normale che dopo un po’ – emotivamente – la situazione evolva e maturi, cioè cambi.
È questo che ti spaventa? Il fatto che la relazione evolva verso un meglio o che finisca una volta scemato il desiderio e il “fuoco” iniziali dipende solo da te e dalla capacità di vivere i tuoi sentimenti.
- Come non esiste l’uomo ideale non esistono le relazioni ideali. Se sei una di quelle donne che è cresciuta con il modello degli amori da film nella testa e cerchi continuamente un tipo di rapporto simile, dove tutto è sempre perfetto e lindo, potresti incappare in grandi disillusioni.
Un amore può durare a lungo e in armonia solo se nella coppia c’è ascolto reciproco e una grande disponibilità alla mediazione e al cambiamento. Idealizzare le situazioni non serve a nulla, se non a distaccarle dalla realtà.
- All’inizio di una relazione, abbacinate dalla passione e dalla voglia di piacere, si può cadere nel facile tranello, per compiacere il partner, di mostrarsi in un modo un po’ differente da quel che si è realmente.
Così le sue passioni, le sue idee, i suoi gusti diventano i tuoi, la sua squadra del cuore la tua (anche se fino al giorno prima non guardavi il calcio), la sua musica preferita, i suoi piatti, etc, etc.
Bada: una qualche influenza reciproca è assolutamente normale e sintomo di innamoramento, ma la ricerca di una sovrapposizione totale è poco credibile e, a lungo andare, sarà destinata a “svelare” le sue forzature. Inoltre la ricchezza di una coppia sta molto di più nelle differenze tra i partner che nei punti in comune.
E poi, come ti sentiresti tu se, a poco, a poco, scoprissi che la persona che stai frequentando non è quella che hai creduto fosse all’inizio della relazione?
(*) Referenze
- Nappi RE, Climacteric 2015; 18: 233-240
- Nappi RE and Kokot-Kierepa M. Climacteric 2012; 15:36-44
- Nappi RE, et al. Maturitas 2013; 75:373-379