Non è una questione di omosessualità latente. È che accade – sempre più, forse per la maggiore libertà di fare coming out – che alcune donne, dopo i 50 anni, (ri)trovino la felicità, non solo sentimentale, con un’altra donna. “Lesbiche tardive”*? Forse è solo la sessualità che cambia. Vediamo come e perché può funzionare.
No, non è solo un titolo “a effetto” e non è sono una conseguenza di questi tempi nei quali niente sembra più essere “strano”. Ci sono casi in cui “amori diversi” arrivano a riportare il sereno nella vita.
E per sottolineare quanto possa essere una scelta naturale, consapevole, amorevole, mettiamoci d’accordo sin da subito: basta con queste virgolette. Basta con le virgolette che servono solo per sottolineare un puritano distacco dall’argomento. Basta con le virgolette che malcelano un loro-ma-non-io.
E sai perché? Perché non si tratta affatto di donne che per tutta la vita hanno avuto qualcosa da nascondere mentre diventavano mogli e madri. Sono donne la cui sessualità è cambiata negli anni e che, semplicemente, non hanno continuato a far finta (con disagio e dispiacere) che quella strana attrazione dipendesse dalle paturnie della menopausa.
E non è una invenzione filosofeggiante o ideale. La scienza conferma che la sessualità della donna, dopo la menopausa, può cambiare insieme al mutare degli equilibri ormonali. Un accurato studio della Società di Menopausa di Philadelphia (NAMS) in un convegno scientifico, lo scorso ottobre, si è posto un interrogativo: “La sessualità delle persone può cambiare con l’età?”.
La sessualità delle persone può cambiare con l’età?
Quello della sessualità fluida non è un concetto nuovo anche se recentemente se ne parla di più per via di personaggi famosi che hanno annunciato pubblicamente il cambiamento del loro orientamento sessuale ammantando questa scelta persino di un non-so-che di modaiolo.
No, questo non significa che le donne stiano cambiando intenzionalmente il loro orientamento sessuale. E francamente la fama di queste persone non ha reso tutto più facile, anzi.
Il vantaggio, però, è stato che i media hanno colto l’occasione di rimbalzare più volte il tema della sessualità fluida anche se le informazioni hanno raramente riportato evidenze di natura medica e scientifica.
Bisognerebbe ricordare, da oggi, che questa è una realtà, che non c’è nulla di strano o patologicamente rilevante e dunque anche i ginecologi e tutte le figure implicate nell’assistenza alle problematiche femminili legate alla menopausa, dovrebbero prenderne atto. Si tratta di un’evenienza normale, di una possibilità, che per una serie di ragioni può avvenire sempre più tardi e può effettivamente manifestarsi o mutare varie volte nelle varie fasi della vita.
“E non stiamo parlando di bisessualità se una donna ammette di essere attratta da persone dello stesso sesso pur essendo sposata o compagna di un uomo”, come ha confermato Sheryl Kingsberg, capo divisione del reparto di Medicina Comportamentale presso la Clinica Universitaria di Cleveland (Ohio) e presidente entrante di NAMS, oltre che co-direttore del reparto di Sexual Medicine and Vulvovaginal Health Program.
Stiamo parlando di donne che sono state sposate per molti anni con uomini con i quali hanno condiviso relazioni felici e avuto figli ma che poi, spesso dopo i 40 o 50 anni, hanno improvvisamente realizzato una cosa alla quale non avebbero mai pensato: essere (nuovamente) innamorate, ma di una persona dello stesso sesso. Non erano donne infelici prima. Sono semplicemente persone che improvvisamente vedono e sentono le cose in modo differente rispetto a prima.
La scienziata Kingsberg continua sostenendo che si tratti di un adattamento evolutivo: una volta raggiunta la menopausa e terminata dunque la capacità riproduttiva, il sesso del partner non è più biologicamente importante. Un’altra teoria comportamentale sottolinea che, nel momento in cui non c’è più il partner uomo (per qualsiasi motivo, anche una separazione), è più sicuro che i figli siano allevati da due donne, piuttosto che da una donna e un altro maschio.
[paragrafo liberamente tradotto dal materiale relativo al convegno del NAMS: “Once a lesbian always a lesbian, right? Or not? Upcoming presentation to discuss latest thinking around lesbian sexuality and fluidity”, ottobre 2017)
Fluidità sessuale in menopausa: quanto c’entrano gli ormoni?
Abbiamo spesso parlato dei cambiamenti ormonali che giungono nel momento in cui la vita fertile si avvia al termine, un autentico sconvolgimento, che modifica corpo e mente e che dà il via a una nuova vita. Può essere questa la ragione del cambio di orientamento sessuale di alcune donne in menopausa?
Lisa Diamond, professore di Psicologia dello Sviluppo all’Università americana dello Utah, conferma che la fluidità sessuale può essere il frutto di una complicata dinamica tra cambiamenti ormonali, esperienze fisiche e desideri intimi. La studiosa è arrivata a questa conclusione dopo uno studio specifico su un campione di donne, tra le quali anche lesbiche e bisessuali dichiarate, che è durato 10 anni. L’osservazione scientifica, sul lungo periodo, ha dato risultati abbastanza impressionanti: il 66% di loro (due terzi) ha cambiato orientamento almeno una volta durante quel tempo.
Una percentuale alta, altissima, che dice che le donne non dovrebbero sentirsi più sole se all’improvviso iniziano a sentirsi attratte da un’altra donna e i loro ginecologi non dovrebbero più dare per scontato che, se sono sposate e madri, restino eterosessuali per tutta la vita.
Anche Joann Pinkerton, direttore del NAMS, ha incoraggiato le donne ad avere un dialogo aperto con il proprio medico rispetto alla propria situazione di agio e di benessere personale nei confronti della propria sessualità: questo aiuta a sentirsi bene anche nel discutere di eventuali cambiamenti nello stile di vita.
Un’altra conferma che la vita intima in menopausa non è finita
La riflessione sulla fluidità sessuale in menopausa offre un altro valido sostegno all’idea che, dopo la fine della vita fertile, la vita intima possa continuare anche più felicemente di prima.
Una maggiore consapevolezza, più confidenza con se stesse, con la propria emotività, con il proprio corpo, con il partner e persino – come si aggiunge qui – con i propri gusti e i propri orientamenti più profondi, possono dare la possibilità non solo di ritrovare passione e piacere, ma anche di sperimentare nuove vie e strade inusitate.
È vero: a volte le difficoltà legate all’Atrofia Vulvare e quindi alla secchezza vaginale, al prurito intimo o ai disagi dovuti a perdite o imbarazzi nel parlare della propria condizione, possono porre un freno all’espressione naturale dei desideri.
Ma oggi sai che puoi fare qualcosa per te stessa e per il tuo partner innanzitutto consultando un ginecologo esperto in menopausa. Se provi imbarazzo a parlarne con il tuo medico di sempre, puoi inziare cercando un secondo parere scegliendo un altro ginecologo dalla lista di specialisti che ti mettiamo a disposizione.
*L’espressione “lesbica tardiva” nel sommario di questo articolo è una citazione (cercata e voluta) al lavoro artistico del duo NoChoice. Si tratta di Federica Tuzi e Merel Van Dijk, la prima già conosciuta come scrittrice (vincitrice del premio Fante per il romanzo “Non ci lasceremo mai”) e videomaker (ha realizzato qualche anno fa una bella serie per Fox sul Cammino di Santiago intitolato “Anche le lesbiche sono pellegrine”), la seconda musicista e cantautrice olandese trapiantata a Roma. Con il loro rap “Molla i maschi: inno alla lesbica tardiva” che parla anche – e soprattutto – della violenza sulle donne, hanno raggiunto le 19mila visualizzazioni su YouTube in poco più di un mese oltre ad articoli e recensioni sui più prestigiosi organi di informazione nazionali.
(*) Referenze
- Nappi RE, Climacteric 2015; 18: 233-240
- Nappi RE and Kokot-Kierepa M. Climacteric 2012; 15:36-44
- Nappi RE, et al. Maturitas 2013; 75:373-379