Affrontiamo un tema che, pur riguardando molte donne, è ancora troppo spesso taciuto: l’Atrofia Vulvo Vaginale e come trattarla con la guida del ginecologo.

Abbiamo chiesto al dottor Stefano Fracchioli, ginecologo ed esperto in menopausa che opera a Torino, di aiutarci a capire meglio cosa accade durante uno dei momenti più importanti per le donne, cioè quando dopo una lunga vita riproduttiva, il corpo cambia di nuovo (come era già accaduto nella pubertà) e lentamente diminuisce la produzione di ormoni che hanno regolato – tra le altre cose – il ciclo mestruale dando luogo a quella che conosciamo come menopausa.

Cosa accade alle donne che si avvicinano alla menopausa?

L’Atrofia Vulvo Vaginale è una problematica che potrebbe riguardare molte delle donne con bassi livelli di estrogeni, quindi in menopausa o postmenopausa, oppure donne che stanno seguendo terapie a seguito di tumore al seno.

La carenza di estrogeni determina una serie di cambiamenti fisici – spiega il dottor Fracchioli – dei quali alcuni possono essere più evidenti, ad esempio al livello di pelle o di capelli. Questi normalissimi effetti della maturità vengono trattati a diversi livelli e hanno a che fare per lo più con l’estetica. Altri cambiamenti, però, sono “invisibili” e avvengono anche e soprattutto al livello intimo genitale: secchezza intima, bruciori, e la superficie vulvare e vaginale che può diventare più sensibile e fragile comportando disturbi oltre che di sensibilità e dolore, anche al livello sessuale.

Di solito, quando accade questo ed entra in gioco anche la vita di coppia, le donne decidono di chiamare il ginecologo e raccontare quanto sta accadendo, ma non sempre. Chiaramente questi disturbi, insieme ad altri che possono interessare anche la vescica o dei prolassi, possono generare disagi al livello sociale e relazionale, oltre che dal punto di vista della coppia, e quindi vanno opportunamente trattati e conosciuti, in primis dalle donne stesse.

Donna con Atrofia vulvo-vaginale Donna con Atrofia vulvo-vaginale
Icona menopausa Buono a sapersi

Dolore ai rapporti

Il 59% delle donne in post-menopausa evita l'intimità sessuale.

Sappiamo che i problemi intimi della menopausa sono sottovalutati da molte donne. Perché?

Purtroppo, per motivi culturali e di imbarazzo, molte donne preferiscono soffrire in silenzio. Pensano che questi disturbi siano una parte inevitabile dell’invecchiamento e quindi non cercano aiuto.

Quando, poi, si riesce a parlare con queste donne, esse comprendono che si può fare molto. D’altro canto, il rischio è che si passi da qualcosa di normale a qualcosa di cronico, come accade con l’Atrofia Vulvo Vaginale e le sue conseguenze, che devono essere trattate il più precocemente possibile perché siano gestibili nel lungo periodo.

Dunque, i passaggi logici da seguire con la paziente sono su tre livelli:

  1. Superare l’imbarazzo e instaurare una relazione franca e schietta
  2. Evidenziare le cause che meritano un trattamento e che non devono essere vissute come una condanna
  3. Discutere con la paziente i diversi tipi di approccio al problema perché c’è bisogno di un’accettazione totale del trattamento scelto, visto che è fondamentale seguirlo nel tempo

Quindi, è importante parlarne con il proprio ginecologo?

Assolutamente! Il primo passo è superare l’imbarazzo e rivolgersi al medico o allo specialista. Insieme, si potrà fare una diagnosi accurata e proporre il trattamento più adatto a ogni donna. È importante ricordare che non tutte le donne sono uguali e quindi non esiste una soluzione unica, valida per tutte le situazioni.

Ginecologo esperto in menopausa
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Quali sono i disturbi più comuni che dovrebbero portare la donna a rivolgersi al ginecologo?

I disturbi più comuni sono la secchezza vaginale, il prurito, il bruciore, il dolore durante i rapporti sessuali (dispareunia) e un maggior rischio di infezioni genitali e urinarie.

In alcuni casi, le donne possono sperimentare anche piccole perdite di urina o difficoltà a trattenere la pipì, evenienze imbarazzanti che possono avere molteplici cause: infezioni, ma anche – ad esempio – un prolasso causato dalla perdita di tono del pavimento pelvico. Anche questi disturbi sono molto comuni in menopausa, specialmente nelle donne che hanno avuto più parti naturali.

Tutti questi disturbi possono essere una spia della presenza di un problema e c’è bisogno di un’indagine per scoprire qual è: esiste un trattamento per ciascun problema e si può fare davvero molto per tornare a una vita quotidiana soddisfacente.

Quali sono le opzioni terapeutiche disponibili?

Le opzioni terapeutiche sono veramente molte perché la ricerca nel campo della menopausa si è molto arricchita, specialmente negli ultimi vent’anni.

La prima cosa da sottolineare, anche per tranquillizzare le nostre lettrici, è che oggi abbiamo la possibilità di personalizzare i trattamenti anche in base alle esigenze, alle preferenze e ai bisogni di ciascuna donna.

Ci sono trattamenti locali sia solo adiuvanti che anche con principi attivi farmacologici, ci sono trattamenti sistemici, che possono essere ormonali o non ormonali. Infine, c’è un’altra serie di tecniche che possono essere usate, ma ogni donna è diversa e va fatta prima una precisa diagnosi e anche un’analisi delle preferenze della donna.

Le preferenze della donna sono importanti per l’aderenza alla terapia?

Esatto. L’aderenza alla terapia, cioè la capacità di proseguirla nel tempo secondo le indicazioni del medico, è fondamentale per ottenere dei buoni risultati. Spesso le donne interrompono il trattamento non appena i sintomi migliorano, ma è importante continuare la terapia anche quando ci si sente meglio.

Qualunque sia il trattamento preferito dalla paziente, è importante che sappia che va seguito nel tempo. L’aderenza al trattamento, cioè la possibilità di non interromperlo nel corso dei mesi e degli anni, è uno dei fattori più importanti quando si ragiona sul percorso da seguire

Ecco che un trattamento adeguato, quindi anche “gradito” al livello di somministrazione, può migliorare significativamente la qualità della vita delle donne, alleviando i disturbi e riducendo il rischio di cronicizzazione. Inoltre, può contribuire a ripristinare la funzione sessuale e a rafforzare l’autostima e il benessere psicologico.

Cosa consiglia sempre alle sue pazienti e, oggi, alle nostre lettrici?

Vorrei dire a tutte le donne che rilevano dei disturbi al livello sessuale e intimo, come ad esempio difficoltà nei rapporti intimi o dolore o ancora secchezza, che non devono vergognarsi e che ci sono molte soluzioni per migliorare la loro qualità di vita.

Parlate con il vostro ginecologo, trovate il trattamento più adatto a voi e non abbiate paura di chiedere aiuto. Ricordate che siete voi le protagoniste della vostra salute e che avete il diritto di vivere una vita piena e soddisfacente.

Approfondimenti:

  • Il ruolo dell’alimentazione e dello stile di vita: un’alimentazione equilibrata, ricca di frutta e verdura, e la pratica regolare di attività fisica possono contribuire a migliorare lo stato di salute generale e anche l’intensità dei disturbi.
  • Il supporto del partner: coinvolgere il partner nel percorso terapeutico può essere molto utile per affrontare insieme le sfide del tempo che passa.
  • Le risorse disponibili: se è necessario si può chiedere anche un supporto psicologico che aiuti ad affrontare al livello globale alcuni momenti critici della vita, come può essere l’arrivo della menopausa.

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Emmanuele A. Jannini

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Medical Advisor Shionogi
(Ottobre 2016/Agosto 2018)

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MSL & Medical Advisor Shionogi (agosto 18/settembre 20)