La candida vaginale è un’infezione molto frequente sia in età fertile che in menopausa quando, per una serie di concause, può essere recidivante o “aprire la strada” ad altre problematiche.

Questo articolo è stato riveduto e corretto dal nostro staff di medici e ginecologi

Bruciore, gonfiore, dolore: i pruriti e le infezioni intime possono essere molto frequenti nelle donne in menopausa e per questo, spesso, vengono liquidati come banali “irritazioni”. Queste manifestazioni, invece, non andrebbero mai sottovalutate.

Possono avere sintomi molto simili tra loro e quindi essere confuse le une con le altre, ma alle infezioni vaginali va sempre dato un nome. Questo vuol dire che al primo sintomo di qualcosa che non va, è fondamentale consultare il ginecologo: solo lo specialista può effettuare la diagnosi corretta ed individuare il trattamento adeguato per riportare l’armonia a livello intimo.

In questo articolo parliamo di un’infezione vaginale molto diffusa a qualunque età (ma che può presentarsi più spesso in menopausa a causa delle alterazioni ormonali): la candida.

La candida è un’infezione causata da un fungo

La candida (o candidosi) è un’infezione vaginale di cui è responsabile un fungo presente nella flora microbica della vagina (ma anche dell’intestino e della bocca, dove possono comparire afte e dermatiti), chiamato candida albicans. 

Questo è il più comune, ma esistono diversi tipi di candida, alcune molto resistenti alle terapie antibiotiche. La candida vaginale più comune, della quale parliamo in questo post, rientra tra le vaginiti ed è molto diffusa sia in età fertile che in menopausa, quando la diminuita produzione di ormoni altera il pH intimo, rendendolo più alto e quindi alcalino.

Le cause della candida: alterazioni del pH, diabete e alimentazione scorretta

L’alterazione del pH vaginale crea le condizioni “fertili” per il proliferare di infezioni e infiammazioni. Per questo motivo in menopausa i disturbi intimi possono essere recidivanti o nei casi più gravi, persino cronici.

Le cause della candida, però, possono essere anche altre, di svariata natura:

  • Diabete: quando la candida è recidivante e sembra resistere a tutte le terapie, potrebbe essere il sintomo-spia di un diabete non ancora diagnosticato o di altre alterazioni endocrine.
  • Alimentazione scorretta: troppi zuccheri potrebbero alterare la flora batterica vaginale (abbiamo detto che il fungo responsabile di questa infezione è naturalmente presente nell’ambiente vaginale), allo stesso modo una carenza temporanea di lactobacilli potrebbe contribuire a rendere più aggressivo il fungo. Nei casi più semplici, infatti, può essere sufficiente una igiene intima specifica e una terapia a base di fermenti lattici.
  • Terapie antibiotiche: alcuni trattamenti a base di antibiotici possono influire sulla flora batterica e sulle naturali difese della zona vulvare (già per definizione più basse durante la menopausa)

Candida vaginale, come curare l’igiene intima

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Alla luce di quanto abbiamo detto qui sopra, è chiaro che l’igiene intima, in caso di infezione da candida, riveste un ruolo ancor più  importante del consueto. Ecco alcune buone norme da osservare (ma ricorda: soltanto il ginecologo può indirizzarti, oltre che verso il  trattamento più adatto a te , verso le modalità corrette per curare l’igiene intima in presenza di un’infezione):

  • In menopausa le difese intime sono basse quindi non utilizzare prodotti aggressivi che potrebbero peggiorare lo stato delle mucose già asciutte e secche, di conseguenza delicate e fragili
  • Indossa solo ed esclusivamente biancheria intima di cotone bianco (questa sarebbe una buona regola da osservare in ciascuna età della vita di una donna) perché i tessuti sintetici possono “soffocare” la pelle e impedire una naturale traspirazione. Questo dà luogo a un ambiente perennemente umido che favorisce la formazione della flora fungina.
  • Le fibre sintetiche possono peggiorare anche lo stato di irritazioni, infiammazioni e bruciori. Al bando anche tutti gli indumenti (intimi e non) troppo stretti e attillati.
  • Per ovviare al problema delle perdite biancastre normali in uno stato di candida, scegli assorbenti in cotone lavabile. Per fortuna negli ultimi anni la sensibilità all’ambiente li ha riportati in commercio in una forma esteticamente più accettabile. Non sono sicuramente pratici come quelli usa e getta ma sono la migliore soluzione da adottare in presenza di irritazioni.

I fattori di rischio della candida: la secchezza vaginale

La secchezza vaginale, ne abbiamo parlato tante volte, 9 volte su 10 può essere un corollario della menopausa. Ma può rappresentare anche una concausa della candida. Le pareti vaginali troppo asciutte, infatti, sono predisposte ad irritazioni e microtraumi (soprattutto durante i rapporti intimi, per effetto dello sfregamento meccanico sui tessuti non lubrificati come dovrebbero, tanto che in questi casi l’intimità può risultare dolorosa se non impossibile.

Le irritazioni e le lacerazioni costituiscono anche un fattore potenzialmente scatenante per questa infezione fungina. Questo spiega perché, anche in presenza del solo sintomo di secchezza vaginale è bene rivolgersi al ginecologo.

Curare questo  disturbo vuol dire esporsi meno ai rischi di infezioni ma anche recuperare una vita intima soddisfacente in menopausa.

I sintomi della candida: perdite biancastre, prurito, gonfiore e dolore

I segni distintivi della candida sono le perdite bianche, dalla consistenza caseosa (simili a latte cagliato). Questa infezione è accompagnata, però, da svariati altri sintomi comuni a molti Fastidi intimi durante la menopausadisturbi intimi, tanto fastidiosi quanto imbarazzanti:

In particolare, al prurito può essere collegata la comparsa di altra sintomatologia legata all’impulso incontrollato di grattarsi:

Candida, come si fa la diagnosi: basta un tampone vaginale

Si tratta di fastidi riscontrabili in altre patologie diffuse in menopausa, come l’Atrofia Vulvo Vaginale o la vestibolite vulvare. Ecco perché, se non si notano le perdite biancastre o non si riconducono subito agli altri sintomi, può essere difficile dare un nome a questa infezione.

Per questo motivo è consigliabile fare la visita ginecologica, senza rinvii né tentennamenti: diagnosticare celermente l’infezione (basta un tampone vaginale) significa iniziare altrettanto celermente a curare con il trattamento più adeguato tutti quei sintomi che possono rendere impossibile la quotidianità tanto sono fastidiosi.

Ma anche alterare l’equilibrio della coppia e pesare sulla tua serenità di donna. C’è il rischio che certe infezioni siano recidivanti o, nei casi più gravi, addirittura croniche (l’Atrofia Vulvo Vaginale, ad esempio, è una condizione patologica  cronica e progressiva) oppure possono evolvere in patologie più serie come la vestibolite vulvare.

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