Che sia per scopi lavorativi, che sia un utilizzo per puro piacere, non tutti amano la tecnologia. Moltissimi – a torto o a ragione – non condividono il prorompente ingresso che internet ha fatto nella vita quotidiana, soprattutto nell’ultimo decennio, con la capillare e rivoluzionaria (in termini sociali) diffusione di strumenti come Facebook, Twitter o delle chat.
D’altro canto, sono moltissime le over 50 che utilizzano normalmente e con semplicità smartphone, tablet e computer e che sono collegate al web durante tutto l’arco della giornata, sfruttando le potenzialità che la rete offre per mille scopi: dal “controllo” delle abitudini dei figli (confessalo…), allo shopping per sé o per la casa, alla valutazione delle recensioni sul ristorante dove prenotare la sera, fino alla mappa per arrivare più velocemente all’appuntamento con le amiche.
Uno studio di Google e Ipsos, effettuato su un vasto campione di professionisti over 50 di differenti settori e livelli di istruzione, ha messo infatti in evidenza che il 78% degli italiani effettua almeno un accesso a Internet ogni giorno, perlopiù da smartphone (77%), svolgendo senza difficoltà attività come la ricezione e la spedizione della posta elettronica o una ricerca sul web.
Social network e chat, quando il web diventa un modo per incontrarsi
Fare nuove amicizie e trovare appassionati dei tuoi stessi hobbies, è più facile sfruttando le possibilità che la rete offre di entrare in connessione attraverso social network, gruppi e communities e questa dimensione sembra sia gradita soprattutto agli over 50 italiani che, stando a uno studio che incrocia i dati di varie ricerche, sono addirittura più social dei coetanei americani.
Nei gruppi social e nei siti web ci si scambiano ricette, consigli di lettura, cartamodelli per realizzare abiti e accessori e molto altro, rendendo digitale quel che fino a qualche anno fa era esclusivo appannaggio della vita “in presenza”, a casa con le amiche, in piazza o – al massimo – al telefono.
Non è meglio o peggio di prima, è semplicemente differente.
Così in questo mondo che cambia incessantemente, anche il modo di incontrare l’amore si è arricchito di altre possibilità: tutte quelle che nascono dalla rete e dalla tecnologia.
Relazioni virtuali, un fenomeno di nicchia?
Lascia da parte per un momento le distanze più che normali e quel senso di sfiducia, incredulità e (forse) sano snobismo che non ti fanno considerare il fenomeno ma osservalo con approccio scientifico.
Sono tantissimi gli uomini e le donne che approdano sulla rete per trovare persone con le quali passare del tempo, sperando magari anche nella nascita di un nuovo amore. Un tempo che si colora di emotività, quando dall’altra parte del monitor non si incontra e non si cerca più solo l’amica per fare due chiacchiere.
I numeri raccontano di un fenomeno decisamente diffuso, comune e affatto puntuale. Il celebre sito Club50Plus, una community internazionale per chi cerca amicizie e amore e ha già passato la cinquantina, ha pubblicato da poco i suoi dati: sono oltre 400 mila gli iscritti ai forum tematici e alle chat. Su questo, come su altri siti simili, ci si scambia innanzitutto pareri e opinioni su vari temi, dalla finanza alla tecnologia, dalla cucina all’arte e alla cultura, fino anche alla sessualità e poi, sì, si cerca anche l’amore oppure una compagnia speciale, insomma qualcuno che possa farci sentire meno sole, specialmente se abbiamo alle spalle un matrimonio o una relazione finiti da poco.
In gergo tecnico, il fenomeno si chiama “dating online” e coinvolge quasi 9 milioni di italiani. “Secondo i dati di un’analisi europea commissionata da Meetic a Cebr, il britannico Centre for economics and business research […] il 17% della popolazione adulta italiana è definibile come dater attiva, cioè partecipa a questo intreccio che spesso parte da messaggi, chat, scambi, profili e, infine, appuntamenti in carne e ossa. Si tratta di 8,7 milioni di persone (dati riferiti al 2014), con un incremento del 13% rispetto all’anno precedente (in Europa nel complesso sono 30,9 milioni). L’Italia è infatti la patria di chi cerca appuntamenti offline e online” visto che conta più utenti iscritti ai siti web di incontri che in tutti gli altri paesi europei.
Come funziona un sito di incontri?
Appurato che c’è un altissimo numero di utenti che si rivolge al digitale per cercare compagnia, qual è l’atteggiamento di chi frequenta questi siti web?
Per iscriversi a qualsiasi community, chat, forum o sito di incontri online bisogna partire con la compilazione di un profilo personale, un modo di presentarsi a quel “piccolo mondo” sul quale hai deciso di affacciarti.
Già in questo primo step si evidenzia un grosso spartiacque: dati veri o falsi? Foto vere o false? Informazioni vere o “gonfiate”?
Solitamente chi decide di iscriversi con autenticità lo fa con le migliori intenzioni, trovare davvero una persona interessante con la quale passare del tempo. Chi prova ad essere virtualmente ciò che realmente non è, viene presto smascherato, con un po’ di saggezza e posata cautela che, mai come in rete, è fondamentale.
Non appena iscritti si ricevono “le chiavi” per aprire le stanze del sito, solitamente luoghi tematici dove incontrare altri utenti. A questo punto tutti i profili sono visibili, puoi leggere cioè quel che altri hanno scritto di sé, dunque potrai cercare qualcuno oppure attendere di essere contattata.
Dopo il primo messaggio, inviato a un altro utente oppure ricevuto, si può decidere se e come continuare la conversazione. Di solito si chiacchiera online per giorni, sfruttando la piattaforma, dandosi timidi appuntamenti virtuali alla tale ora del tale giorno, nella tale “chatroom” (le stanze tematiche).
Niente di impegnativo, la relazione a questo punto è ancora ammantata di quella surrealtà che appartiene al digitale, dove l’altro è sì in carne e ossa, ma ancora celato dietro l’inconsistenza di un monitor, vero, ma chissà se “tutto” vero.
È il momento dell’incontro virtuale dove più si può osare, mentire, colpire o passare il segno. È il momento che decide se ci sarà mai uno step successivo.
Spesso, poi, ci si incontra e ci si conosce per davvero. Chi decide di cercare una relazione sul web ha come obiettivo quello di trovare una persona “vera” e di incontrarla dal vivo, di frequentarla, di tornare al rango degli umani rapporti, del corteggiamento fatto di sguardi e non di messaggi su un video, dove si scopre se le cose possono funzionare anche non-mediate da una distanza a volte rassicurante.
Negli States, da sempre anticipatori di tendenze, un matrimonio su tre è iniziato con un incontro online segno che qualcosa, oltre il monitor, ci può essere.
Se il web diventa il modo per nascondere un problema
Di storie, scrivendo questo articolo, ne ho incontrate tante ma una più delle altre mi ha colpito: “Vivo a Roma, ho 55 anni e sono single da 3. Ho una figlia di 15 anni avuta dal mio compagno con il quale non ci siamo mai sposati, ma abbiamo vissuto una storia lunga vent’anni. Mi sono ritrovata sola dopo tanto tempo in coppia e con una figlia adolescente alla quale spiegare un sacco di cose: non è stato per niente facile. Come se non bastasse è arrivata anche la menopausa e la mia situazione si è fatta molto buia. Non mi sentivo più io, non più donna, niente. Avevo anche un sacco di fastidi fisici, pruriti, bruciori, perdite. Non mi sentivo nemmeno più adatta a un rapporto sentimentale. Ho vissuto una fase di rifiuto, non stavo bene, posso dirlo col senno di poi, ho vissuto momenti di depressione e il web mi è servito come àncora. Però non ho voluto mai incontrare nessuno, con i miei problemi intimi sarebbe stato tutto troppo complicato, imbarazzante, in ogni caso”.
Passati i 50 anni ed entrate in menopausa, più della metà delle donne avverte dei fastidi o addirittura dei dolori intimi, che possono persino impedire di vivere una vita sentimentale attiva e limpida. Si tratta delle manifestazioni più consuete dell’AVV, una sindrome che si manifesta tipicamente in questa fase della vita ma che viene frequentemente trascurata o addirittura scambiata per un’infezione cronica o un disagio fisiologico legato all’invecchiamento.
I sintomi, a seconda della gravità e dell’avanzamento della patologia, possono essere lievi e semplicemente irritanti o diventare invalidanti e impedire persino le più normali attività quotidiane, ponendo un ostacolo a una normale vita sociale.
Quando questo accade, come è successo a Roberta, il web potrebbe diventare un modo per nascondere un problema.
“Spesso, dietro ad un nickname “maschera”, si nascondono persone che vivono la frustrazione della propria identità – si legge in un articolo di Massimo Catalucci, consulente familiare – vincolati dentro involucri psicoemotivi destabilizzanti. Non mi sto riferendo a soggetti con forti disturbi di personalità […] ma a quelle persone che soffrono il confronto diretto con l’altro/gli altri, per cui internet diventa un motivo di appagamento dei propri bisogni, appunto emotivi, una valvola di scarico”
Se questo è il tuo problema, smetti di nasconderti
L’Atrofia Vulvo-Vaginale non rappresenta una condizione cronica, né fisiologica e si può curare.
Cerca di superare le difficoltà a parlarne e gli imbarazzi che – di fatto – ti stanno impedendo di vivere una vita normale e premiati con una nuova vita, che ti regalerà (anche) la libertà di tornare ad amare, come meglio credi.
(*) Referenze
- Nappi RE, Climacteric 2015; 18: 233-240
- Nappi RE and Kokot-Kierepa M. Climacteric 2012; 15:36-44
- Nappi RE, et al. Maturitas 2013; 75:373-379