Qual è (se c’è) la relazione di causa-effetto tra menopausa e depressione? È possibile evitare questa spiacevole conseguenza della menopausa? Se sì, come?
Nelle antiche culture africane, mediorientali e dei nativi americani, l’ingresso nella menopausa era legato ad un accrescimento di stima e rispetto nei confronti della donna, della sua saggezza, della sua esperienza e del suo status sociale da parte dell’intera comunità.
Ce lo assicura Marshall Flint, antropologo americano, che ha raccolto testimonianze anche in India e in Israele di come alla donna, raggiunta la menopausa, siano riconosciuti più diritti e libertà nella società.
In tutte queste culture, non vi è traccia (o comunque è decisamente ridotta) della sintomatologia psicologica che spesso noi occidentali riconosciamo alla sindrome climaterica.
Fino all’inizio del secolo scorso, la vita media si aggirava intorno al mezzo secolo. Di fatto, l’ingresso in menopausa e la fine della vita erano due concetti tendenzialmente correlati e correlabili. Ma oggi che la vita media si aggira sugli 80 anni, c’è ancora circa un terzo di vita da vivere: davvero tanto per non fare i conti in anticipo con le variazioni biologiche, psicologiche, sociali e affrontare al meglio la terza giovinezza.
Depressione in menopausa: sintomi
Con l’arrivo della menopausa, la donna è soggetta a tutta una serie di cambiamenti fisici e psicologici che possono minare la sua stabilità emotiva.
Abbiamo già parlato di come i sintomi fisici più comuni della menopausa possano arrivare ad influire anche sulla vita di coppia, ma a cosa è dovuto questo improvviso squilibrio?
Secondo la Professoressa Rossella Nappi, Professore Associato della Clinica Ostetrica e Ginecologica, IRCCS Policlinico San Matteo Università degli Studi di Pavia, «I sintomi principali della menopausa comprendono vampate di calore, sudorazioni, insonnia, irritabilità, deficit di concentrazione, secchezza vaginale, calo del desiderio sessuale ed aumento di peso»
A livello biologico, questi sono i frutti di una riduzione di attività da parte delle ovaie, che determina l‘alterazione nella produzione di ormoni e – di conseguenza – la riduzione delle comunicazioni con apparato scheletrico, genitale, cardiovascolare e cutaneo. In pratica, il deficit di estrogeni che il tuo corpo deve affrontare è strettamente connesso con il corretto funzionamento degli apparati appena indicati e con i ridotti livelli di serotonina, neurotrasmettitore che ha effetti positivi sull’umore.
Ma quello che fa la differenza è il tuo vissuto personale e i fattori sociali che possono modificare il tuo approccio alla vita: figli che vanno a vivere altrove, che si sposano e la nascita dei nipotini, possono creare un malumore latente.
Possibili cause della depressione in menopausa
La perdita del potere fertile e il sentirsi (considerate) meno attraenti sono parti integranti di un complesso processo di modificazioni del ciclo vitale di una donna.
Come l’adolescenza prima e la maternità dopo, anche la menopausa è un momento di crisi con profondi cambiamenti interni ed esterni. Ma, mentre alle prime due si attribuisce un significato evolutivo, alla crisi climaterica si legano i concetti di cambiamento e trasformazione: un periodo di transizione, di ri-assestamento e ri-adattamento verso un nuovo equilibrio.
Proprio questi fattori possono portare la donna in menopausa a buttarsi giù, a non trovare più stimoli personali verso la gioia di vivere, di fare, di sorridere.
È colpa della menopausa dunque?
In parte gli sconvolgimenti ormonali di questo periodo hanno la loro importanza, generando un effetto scatenante.
Ma questo passaggio non può essere gestito e vissuto solo in chiave medica, curando i disagi fisici – come sostiene la psicoterapeuta Valeria Api nel suo intervento alla Settimana del benessere psicologico – perché la donna in menopausa non è malata né senza valore sociale, come la pubblicità e i media ci hanno voluto far credere per anni, esaltando il successo, la giovinezza e la bellezza come unici canoni sociali.
Depressione in menopausa? Amore, hobby e amici sono le migliori terapie
Mente e corpo ancora una volta dimostrano la loro strettissima correlazione e partendo proprio dal noto “mens sana in corpore sano”, JoAnn Pinkerton, direttore esecutivo del The North American Menopause Society, sostiene che praticare 10 minuti di stretching o 30 minuti di camminata leggera ogni giorno (meglio se all’aria aperta e in compagnia) aiutano a ridurre i disagi della menopausa perché sono attività che influiscono non solo sulla produzione di endorfine (le molecole della gioia!) ma anche su un riscontro di tonicità muscolare che aiuta a piacersi di più.
Il dott. Roberto Fraioli, responsabile del Centro per la Menopausa di Venezia, rincara la dose suggerendo di confidarsi di più con familiari e amici, dedicarsi a vecchie e nuove attività in gruppo, seguire uno stile di vita sano e socialmente attivo, senza dimenticare l’importanza di un sano rapporto di coppia con il partner, riscoprendo i propri spazi vitali e l’intimità sessuale.
(*) Referenze
- Nappi RE, Climacteric 2015; 18: 233-240
- Nappi RE and Kokot-Kierepa M. Climacteric 2012; 15:36-44
- Nappi RE, et al. Maturitas 2013; 75:373-379