Una infiammazione molto frequente e altrettanto fastidiosa che interviene spesso a complicare un quadro di bruciori e fastidi che durante la menopausa non lasciano in pace. Ecco come riconoscere e come curare la vestibolite vulvare.

Bruciore, la sensazione di avere delle piccole ferite vicino all’apertura della vagina e poi dolore durante i rapporti intimi. Quando il malessere colpisce l’area genitale si porta appresso una condizione psicologica difficile: l’umore a terra, la difficoltà a parlarne che si trasforma in chiusura verso l’esterno, in risposte secche, in malumori.

Una situazione tipica, anche perché la difficoltà ad avere rapporti intimi con il partner, specialmente durante la menopausa quando il quadro generale può diventare “naturalmente” più complicato, diventa spesso frustrazione per la coppia: lui non comprende perché non sa cosa ti accade e pensa che il tuo rifiuto dovuto ad altri fattori. Tu hai dolore e fastidio, vorresti spiegare ma provi imbarazzo oppure – all’inizio – sottovaluti il problema pensando si tratti di qualcosa di passeggero.

E allora l’unica soluzione è parlarne con il tuo compagno e con il ginecologo, trovare il consapevole coraggio di prendere un appuntamento e tornare a sorridere con la certezza in tasca di stare facendo tutto il possibile per la salute, per vivere serenamente e per continuare ad amare.

La vestibolite vulvare è – infatti – uno di quei disturbi che possono essere risolti. Vediamo come e di cosa si tratta.

Cos’è la vestibolite vulvare e cause dell’infezione

La vestibolite vulvare è un’infiammazione della mucosa vulvare all’altezza del vestibolo, ovvero della zona che si trova vicino all’ingresso della vagina, all’intero delle piccole labbra. I sintomi principali di questo disagio sono il dolore e il bruciore, che si può manifestare durante i rapporti intimi ma anche – e in modo specifico rispetto a questa infiammazione – durante le attività quotidiane.

La specificità della vestibolite vulvare rispetto a qualsiasi altro tipo di infiammazione è che può diventare cronica se non si interviene al più presto: questo tipo di disagio viene definito, infatti, “neuro-infiammatorio” perché coinvolge anche l’area nervosa della zona vulvare. I nervi producono sostanze che favoriscono l’infiammazione (mastociti), innescando un circolo vizioso che può portare questa vulvodinia a durare anche per diversi anni.intimità e menopausa

La manifestazione più tipica è un forte arrossamento al quale fa seguito un intorpidimento di tutta la zona e poi gonfiore, secchezza, prurito, dolore al contatto con gli indumenti intimi, dispareunia e persino necessità di urinare spesso, tanto da poter essere confusa – inizialmente – con una cistite.

La vestibolite vulvare può fare la sua comparsa in ogni momento della vita di una donna e anche in menopausa quando, il naturale assottigliamento delle pareti vaginali, il cambiamento dell’acidità della zona vulvare e la maggiore possibilità di contrarre la candida, possono diventare complici di una infezione di questo tipo.

Non ci sono infatti cause univoche per la comparsa di questo tipo di infezione, ma certamente si possono individuare delle situazioni che favoriscono l’insorgere della vulvodinia:

  • Indebolimento del sistema immunitario a seguito di ripetute cure antibiotiche
  • infezioni micotiche ripetute
  • alterazioni del Ph vaginale
  • una scarsa o assente idratazione e lubrificazione
  • cambiamenti negli equilibri ormonali
  • situazioni di particolare stress, ansia o stanchezza

Inoltre possono essere considerati come fattori scatenanti, dove ci sia già una predisposizione, la comparsa di micro-traumi (in seguito a un rapporto poco lubrificato) o anche un’alimentazione troppo ricca di lieviti, irritanti per le vie urinarie.

Come puoi notare anche tu, sono tutte concause che rappresentano manifestazioni tipiche in menopausa. Ecco perché in questo momento della tua vita devi prestare particolare attenzione ai segnali che il tuo corpo ti invia.

Vestibolite vulvare. Si può guarire ma è fondamentale la diagnosi precoce

La vestibolite vulvare può essere difficile da individuare. Ci sono donne che le provano tutte e quando lamentano una forte dispareunia, dopo gli esami di rito, molti ginecologi esprimono un parere più favorevole ad un disagio psicologico legato alla paura di avere dolore durante il rapporto intimo, che a una malattia vera e propria.

Specialmente in menopausa quando il calo del desiderio e una certa secchezza intima possono fare capolino, nel rapporto di coppia diventa difficile individuare un’infezione che causa questa improvvisa difficoltà di stare insieme. E così può capitare di non essere comprese, di non essere credute.

“Purtroppo per decenni se non addirittura per secoli – scrive la ginecologa Alessandra Graziottin – il dolore sessuale femminile è stato considerato solo nelle sue componenti psicologiche. In realtà, il 10-15% delle donne, nel corso della vita, prova dolore durante i rapporti: una percentuale altissima, che sale al 32-44% dopo la menopausa, quando la secchezza vaginale rende doloroso ogni tentativo di intimità, complicandola con bruciori e cistiti”.

Dunque il dolore intimo e ai rapporti va preso seriamente, a partire da chi lo prova.

Parlane con il tuo ginecologo ed esponi senza vergogna quello che provi e ciò che ti accade e che ti fa stare male. Menopausa non significa malessere ma c’è bisogno di trovare la giusta direzione di cura.

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(*) Referenze

  • Nappi RE, Climacteric 2015; 18: 233-240
  • Nappi RE and Kokot-Kierepa M. Climacteric 2012; 15:36-44
  • Nappi RE, et al. Maturitas 2013; 75:373-379

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