La celiachia, comunemente chiamata “intolleranza al glutine” è una malattia autoimmune sempre più diffusa. Poche donne sanno che può essere responsabile di menopausa precoce.
La celiachia viene spesso etichettata come una semplice “intolleranza al glutine” ma, in alcuni casi, che vanno diagnosticati con un test specifico, prende le forme di una vera e propria malattia, di natura autoimmune e di origine genetica. Questa strana patologia colpisce per lo più le donne, che attualmente sono il 70% delle persone con una diagnosi di celiachia.
Le risposte che trovi in questo articolo:
- Cos’è la celiachia e cosa determina
- Menopausa precoce e celiachia: perché c’è un legame?
- Conseguenze della celiachia sull’apparato genitale
- Altre conseguenze della celiachia
- Menopausa precoce e celiachia: quali sono i campanelli d’allarme
- Come diagnosticare la celiachia?
- Se sei celiaca, parlane anche con il ginecologo
Prima di iniziare questo articolo, però, occorre mettere ben in chiaro alcune cose.
Secondo i dati dell’Associazione Nazionale Celiachia, una persona su 100 sarebbe celiaca, ma la celiachia si può presentare in vari modi. In alcuni casi può essere più severa, in altri può restare latente per tutta la vita e una dieta gluten-free è più che sufficiente per evitare conseguenze. L’autodiagnosi, per questo motivo, è da evitare. Più avanti indicheremo anche qual è il percorso da seguire e gli esami da fare per giungere a una diagnosi più certa.
Cos’è la celiachia e cosa determina
Vuol dire che è scatenata da una reazione anomala del sistema immunitario di fronte all’intolleranza permanente a una sostanza contenuta nel glutine dei cereali (la gliadina).
La celiachia causa un’infiammazione dell’intestino e, a cascata, può causare una serie di conseguenze sull’intero equilibrio psicofisico:
- gonfiore e crampi addominali
- disordini intestinali e difficoltà di digestione
- diarrea e meteorismo
- stanchezza e spossatezza
- astenia
Questa patologia è sempre più diffusa: secondo i dati del Ministero della Salute, in Italia ne soffrono circa 600mila persone ma ben 2 su 3 di loro non lo sanno e non si spiegano malesseri e fastidi.
Ciò è da attribuirsi, in parte, al fatto che i sintomi della celiachia sono piuttosto generici ed è difficile ricondurli con precisione a questa problematica; molto, però, dipende anche dal fatto che questa malattia è diventata nota da pochissimi anni. È stata inserita da qualche anno nei nuovi LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) come malattia cronica invalidante e ciò dà accesso, a chi ne è affetto, ad alimenti speciali e farmaci in prescrizione specifica, con esenzione.
Menopausa precoce e celiachia: perché c’è un legame?
La celiachia, oltre che sulle funzioni dell’apparato digerente, può incidere anche sulla funzionalità di altri organi. Tra essi ci sono le ovaie, il centro della vita fertile femminile.
In che modo e con quali conseguenze per questi organi lo spiega la dottoressa Alessandra Graziottin, direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica del San Raffaele Resnati di Milano sul suo blog: “L’alterazione del sistema immunitario facilita la comparsa di autoanticorpi diretti verso molteplici organi, tra cui l’ovaio, con conseguente distruzione anticipata e irreversibile della riserva ovarica, ovvero del numero di follicoli ovarici che è determinato alla nascita”.
Per questo motivo, la celiachia, specialmente se non diagnosticata per lungo tempo, potrebbe essere responsabile di un esaurimento ovarico precoce, con la probabile conseguenza di menopausa precoce.
La menopausa – quando è spontanea – si manifesta in modo naturale in un intervallo di tempo variabile che si estende dai 45 ai 55 anni. In Italia l’età media è di 51 anni ma la forbice può essere molto ampia perché la fine dell’età fertile è un evento che segue le caratteristiche biologiche e genetiche uniche di ogni donna. Se si verifica prima dei 40 anni si parla di menopausa precoce; tra i 40 e i 45, invece, si definisce menopausa anticipata.
Conseguenze della celiachia sull’apparato genitale
Per quanto detto fin ora, una donna celiaca, specialmente se la malattia è stata diagnosticata in ritardo e quindi in ritardo sono incominciate le cure e introdotta l’alimentazione speciale, potrebbe incorrere in una serie di conseguenze che riguardano l’apparato genitale:
- ridotta fertilità, ovvero difficoltà ad avere figli biologici
- Menopausa precoce o anticipata quindi comparsa di una serie di disturbi correlati alla fase perimenopausale (vampate di calore, insonnia, difficoltà nel controllo del peso, etc)
- Difficoltà nella vita intima per alcune conseguenze della menopausa come secchezza, dispareunia o pruriti e infezioni ricorrenti che possono limitare il piacere di avere rapporti
Altre conseguenze della celiachia
L’infiammazione cronica delle pareti intestinali causata dalla celiachia, è responsabile dell’alterazione del normale assorbimento delle sostanze nutritive. Questo processo è lento e graduale e, alla lunga, può determinare quella che viene chiamata Sindrome da malassorbimento.
Il fatto che l’intestino non lavori bene, può causare alcune conseguenze anche dal punto di vista nutrizionale:
- Carenza di calcio e vitamina D: è molto frequente (ne soffrirebbe il 50% dei celiaci) e in particolare nelle donne celiache è stato verificato un rischio maggiore per l’osteoporosi. Per questo motivo le donne in menopausa e celiache devono fare particolarmente attenzione e garantire una corretta integrazione alimentare
- Carenza di ferro: che può determinare alcuni sintomi noti come astenia, pallore, mal di testa e insonnia ma la carenza di ferro può incidere anche sulla frequenza e la severità della tachicardia notturna nei soggetti già predisposti. Allo stesso modo una tendenza anemica o un’anemia conclamata incidono negativamente sulla reattività del sistema immunitario, ma anche su alcuni aspetti psicofisici come il tono dell’umore, la capacità d concentrazione, la memoria.
- Diabete: circa il 10% delle persone celiache sviluppa nel corso della sua vita anche il diabete di tipo 1. La motivazione risiede nel fatto che entrambi i disturbi sono derivati dal malfunzionamento del sistema immunitario e condividono alcuni dei geni ritenuti responsabili.
Menopausa precoce e celiachia: quali sono i campanelli d’allarme
Oltre ai sintomi della celiachia che abbiamo elencato in apertura di articolo, dal punto di vista ginecologico l’irregolarità mestruale, inserita in un contesto del genere, può rappresentare un campanello d’allarme importante per i problemi di fertilità. Tanto più se accompagnata dai segnali tipici della menopausa:
- vampate di calore e sudorazioni notturne
- irritabilità e sbalzi d’umore
- insonnia e difficoltà a riposare bene
- gonfiore, ritenzione idrica
I disturbi della menopausa precoce sono in gran parte gli stessi di una menopausa fisiologica e, anche in questo caso, il monitoraggio attento del ciclo mestruale resta il primo strumento per accorgersi che qualcosa sta cambiando. Spesso, però, è difficile mettere insieme questi tasselli perché quando non si ha “l’età per la menopausa” è facile imputare l’irregolarità mestruale a stress o stanchezza oppure non fare caso a certi segnali che il corpo invia.
Come diagnosticare la celiachia?
Una diagnosi il più possibile precoce della celiachia è essenziale per limitare le conseguenze che questa patologia cronica può avere sulla fertilità ma anche sulla salute in generale.
Il primo esame che dovrai fare per capire se hai anticorpi specifici che indicano la presenza di celiachia è un semplice prelievo di sangue. Solo successivamente, in caso di esito positivo, potrà essere necessario un approfondimento.
A questo scopo possono essere prescritti:
- Breath test con sorbitolo o test del respiro. Questo esame misura la concentrazione di idrogeno nell’aria espirata a intervalli regolari, dopo aver fatto assumere al paziente del sorbitolo, un dolcificante naturale che viene normalmente assorbito dall’intestino. Se il paziente è celiaco, la concentrazione di idrogeno aumenterà gradualmente perché il sorbitolo sfugge all’assorbimento intestinale, si deposita nel colon e fermenta per effetto della flora batterica endogena. Questa fermentazione genera idrogeno che dunque viene rilevato via, via in quantità maggiori dal test.
- Biopsia duodenale. Si tratta in questo caso di un esame più invasivo che preleva un campione di tessuto dal duodeno, la prima parte dell’intestino tenue, situata fra lo stomaco e il digiuno. L’esame si effettua per mezzo di una sonda inserita nell’esofago (come una gastroscopia) che viene fatta giungere al primo tratto intestinale passando dallo stomaco. Qui viene prelevato un minuscolo campione che viene poi esaminato in laboratorio per verificare l’appiattimento dei villi intestinali, una conseguenza diretta della celiachia.
Essedo un esame invasivo e molto specifico, generalmente viene considerato l’ultima risorsa per confermare il riscontro già positivo di esami più leggeri per il paziente come l’esame del sangue o il breath test.
Se sei celiaca, parlane anche con il ginecologo
Nel momento in cui la celiachia viene accertata, oltre a eliminare il glutine dalla dieta, è importante prendere appuntamento anche con il ginecologo. Lo specialista può aiutarti a valutare la funzionalità ovarica e capire se e in che misura la celiachia sta agendo anche sulle ovaie e sull’apparato genitale.
La valutazione avviene con una semplice visita di routine che può includere, in base al giudizio del medico, anche un approfondimento con un dosaggio ormonale attraverso un esame del sangue.
La misurazione dei valori ormonali può essere importante anche per prendere in esame cambiamenti a livello intimo normalissimi in menopausa e che possono essere efficacemente trattati. Può essere il caso dell’Atrofia Vulvo-Vaginale, una condizione progressiva che causa l’assottigliamento dei tessuti vulvari e la loro perdita di elasticità, provocando microlesioni e irritazioni. Complice la riduzione della lubrificazione naturale, questo disturbo progressivo e generalmente cronico, può rendere complicata la vita sessuale ma anche le attività quotidiane. In una condizione di severità (che può derivare da una diagnosi tardiva) le donne con Atrofia Vulvo-Vaginale possono avere difficoltà anche nello star sedute o nello svolgere una lieve attività motoria, come una passeggiata.
Ecco perché è molto importante, specialmente se sei celiaca, riportare questo elemento al tuo ginecologo al quale potrai avere cura di riportare anche ogni altra sensazione che reputi strana al livello intimo: perdite ematiche, infezioni frequenti o irritazioni, senso di bruciore o dolore vero e proprio e ogni altro disturbo che non reputi normale.