Abbiamo incontrato Marta (nome di fantasia), una lettrice del nostro blog e una donna da circa 10 anni in menopausa che ci racconta i suoi disagi dovuti all’atrofia vulvo vaginale e la difficoltà iniziale di parlarne con il ginecologo. Abbiamo voluto proporla così com’è, lasciando il linguaggio in forma colloquiale, perché pensiamo che possa aiutare tante donne come Marta a capire che la menopausa può essere piena di sorprese e bisogna “farsi trovare pronte”.
“Tocca prenderla alla larga, con termini generici, cercando di non dare a vedere l’imbarazzo perché non è che una a più di 50 anni deve imbarazzarsi di dire al ginecologo che ha un problema lì sotto, però poi … qualche parola ti manca e ti sembra sempre di fare la figura della sciocca, dell’immatura”.
Sono le parole di Marta (nome di fantasia, ndr) che ha deciso di raccontarci della sua esperienza con la menopausa e con l’Atrofia Vulvo Vaginale , una delle patologie più comuni tra le donne dopo i 50 anni ma – a quanto pare – difficile da raccontare. Questo perché c’è di mezzo non solo l’intimità personale e quotidiana, ma anche la sessualità, la sfera più privata del rapporto di coppia che molti pensano sia destinata a fermarsi con la menopausa.
In realtà non è così e lo sai bene: quando c’è amore e intesa con il partner non c’è alcuna ragione di fermare coccole e carezze solo perché la vita va avanti normalmente. Sì, perché con la menopausa , il tuo corpo entra in una nuova fase che tu dovresti poter affrontare serenamente.
Marta però ci confessa che raccontare qualcosa di così tanto personale equivale sempre ad infrangere un piccolo segreto.
Marta, un nuovo compagno dopo i 50 anni e il suo problema di secchezza: come ho deciso di parlarne con il ginecologo
“Il discorso che stiamo facendo noi è anche difficile da fare con il ginecologo, vado da un uomo, insomma… Anche perché, devo dire che uno dei problemi più grandi, a parte la sensazione di prurito là sotto, che dà molto fastidio, era questa secchezza che, non so, ad esempio quando facevo il bidet la coglievo immediatamente, poi in qualche rara occasione (sorriso, ndr) in cui… insomma succedeva qualche incontro… ecco: questa cosa mi provocava non solo… non più piacere, ma proprio quasi la paura di avere un rapporto sessuale.
Poi a un certo punto (8 anni fa, ndr) è arrivato un nuovo rapporto che mi ha fatto pensare che dovessi essere un po’ più… insomma (schiocca le dita, ndr) che dovessi essere pronta nel caso in cui… oltre che credente lui fosse diventato anche praticante! (risate, ndr).
Che poi quando ci siamo conosciuti mica pensavo che avremmo potuto anche fare qualcosa in più che uscire insieme ogni tanto… cioè io pensavo che era sposato, poi invece mi ha chiesto il numero di telefono e mi ha detto se qualche volta potevamo sentirci e io non avevo ancora capito bene come stavano le cose, però gli ho detto sì.
Così ci siamo rivisti e abbiamo parlato un po’, lui mi ha detto che non era sposato e io sono stata felice. La cosa bella è che c’è stata da subito una forte attrazione, cioè contrariamente a quello che mi è successo sempre nella vita, ci siamo trovati un po’ accalorati subito, la prima volta che siamo usciti insieme.
Ora, voglio dire, già la prima volta è problematico perché, insomma c’è tanta voglia ma è la prima volta e non sai bene come funziona, poi mi sono subito irritata e lui poverino provava ma niente.
Insomma ho incontrato questa persona ma ero ridotta veramente male. Allora quando sei a un certo punto che ti fa male, ti sanguina, c’è lo shock vero in cui ti rendi conto che se anche capitasse (di avere un rapporto intimo, ndr) non puoi, ecco, allora ti ricordi che è necessario fare qualcosa”.
Oggi c’è la voglia di stare ancora insieme: “Ma se cominci a provare dolore è un problema”
“Sono andata dal ginecologo e adesso penso che forse, se l’avessi fatto prima sarebbe stato meglio, perché insomma… sarei stata più pronta ad accogliere questo altro regalo che la vita mi ha fatto. Di incontrare lui e di innamorarmi ancora dopo il divorzio.
Il ginecologo mi ha aiutata anche a capire che quando ho un rapporto non devo provare dolore, non devo stare a dire al mio compagno stai attento, così mi fai male… ‘ste cose poi mi mandano in bestia e si rovina il rapporto. Anche perché quando uno sta insieme, si deve stare insieme come si deve… ne senti proprio il bisogno. Ma se cominci a provare dolore… è un problema.
Insomma per i primi tempi avevo provato a fare altro… a volte a evitare, ma questa cosa mia iniziava a impattare sulla coppia. A volte per risolvere il mio problema di secchezza, di mancata lubrificazione che mi faceva provare dolore… cercavamo delle alternative perché una… se li deve pure tenere buoni ‘sti uomini (risate, ndr), ma per me era solo una gran fatica”.
Il colloquio con il ginecologo e la scoperta dell’Atrofia Vulvo Vaginale
“Dunque innanzitutto avevo bisogno di capire questi problemi, questi disturbi, a che cosa erano dovuti.
Devo dire che al principio di tutta questa storia, dopo circa un anno che ero entrata in menopausa, sentivo questi pruriti, questi bruciori, dunque non sapevo se fosse di cistite o che cos’altro. Avevo anche delle perdite rosa e perciò pensavo a qualche infezione. Da poco avevo fatto anche il pap-test, per cui il mio ginecologo mi aveva visitato e non mi aveva detto niente.
Onestamente non avevo mai sentito parlare di Atrofia Vulvo Vaginale quindi non potevo pensare di esserne affetta né tanto meno che fosse una cosa comune. Non l’avevo mai sentita, ma non solo io. Ho provato a parlare di Atrofia con le mie amiche ma nessuna l’aveva mai sentita nominare. Non se ne parla. Non se ne parla assolutamente.
Insomma si sa della menopausa, si sa della fine delle mestruazioni, eccetera, ma non si sa niente di questa alterazione delle pareti.
A un certo punto, insomma, proprio per via del mio rapporto con il nuovo compagno, ho parlato io con il ginecologo per dirgli della secchezza perché poi – rapporti a parte – avevo un fastidio continuo, anche al contatto con lo slip: è molto antipatico perché hai questa sensazione di disagio tutto il giorno. Posso dire “grazie” al mio compagno e a questo fastidio al contatto ho scoperto l’Atrofia Vulvo Vaginale in uno stadio non ancora grave.
PS → leggi anche la storia di Luisa.
(*) Referenze
- Nappi RE, Climacteric 2015; 18: 233-240
- Nappi RE and Kokot-Kierepa M. Climacteric 2012; 15:36-44
- Nappi RE, et al. Maturitas 2013; 75:373-379