Le radici genetiche della nostra complessità abitano nel genoma di un formidabile alleato (quando lo rispettiamo), il microbiota. Ecco come stimolare la sinergia naturale e ritrovare forza e potenza.

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Batteri, funghi, archeobatteri, protozoi e virus vivono e colonizzano il nostro corpo, o meglio, vivono in determinati ambienti per un certo lasso di tempo: è il microbiota, un’istantanea, come una foto che evidenzia l’insieme dei microrganismi che popola il corpo di ciascuno di noi. Parliamo di una vera e propria “colonizzazione” da parte di qualcosa come 39 triliardi di bacilli che fanno parte di oltre 1000 specie diverse. Questi numeri indicano che i microrganismi essenziali per lo svolgimento delle funzioni biologiche sono più numerosi delle cellule del corpo (stimate in circa 30 triliardi).

Perché il microbiota è fondamentale nel processo di invecchiamento

Possiamo immaginare il microbiota come un cocktail di microrganismi appartenenti a ceppi diversi e concentrati per lo più nell’intestino, con un patrimonio di circa 3 milioni di geni (il microbioma).

Oltre ad avere un peso decisivo nelle più importanti funzioni biologiche, è strategico per la salute dell’uomo. Studi scientifici hanno dimostrato, infatti, che il microbiota ha un ruolo centrale nel processo di invecchiamento, anche se lo studio del suo legame con lo sviluppo di certe malattie è ancora tutto da completare. La sfida per il futuro è quella di ampliare le attuali conoscenze per intervenire a scopo preventivo o curativo.

È proprio sull’aspetto legato alla possibilità di mantenersi sani e longevi negli anni che vogliamo concentrarci in questo articolo: facciamo il punto sulle ricerche più recenti che hanno ulteriormente evidenziato il ruolo strategico del microbiota nei processi di rigenerazione cellulare, tanto da essere definito “il più potente anti-age naturale”.

Microbiota: cosa può influenzare?

Tutti questi fattori, così centrali per il benessere quotidiano di ciascuno, oltre che essere fortemente influenzati dallo stile di vita, sono legati in modo indissolubile al microbiota – unico e specifico per ciascuno al pari del DNA o dell’impronta digitale – del quale siamo dotati sin dalla nascita.

Questa “carta di identità microbiologica” può conservare la sua composizione per tutta la vita ma è soggetta ad un’alterazione delle proporzioni nel corso del tempo. La ricetta vincente per invecchiare bene e affrontare in salute il tempo che passa sta proprio in queste proporzioni: quanto maggiore è la biodiversità del microbiota del nostro organismo, tanto più questa ci regala la longevità.

Dove si concentra il microbiota?

Nel tratto intestinale è concentrata la più ampia parte del microbiota che però possiamo ritrovare in tutto il corpo tranne che nel cervello e nel sistema circolatorio. Il microbiota colonizza ogni superficie del corpo esposta all’ambiente esterno: pelle e vie respiratorie, vie urogenitali e, come detto, nel tratto gastrointestinale che è il più densamente popolato.

Conviviamo con i microrganismi, anzi, di più. I microrganismi possono farci stare meglio e vivere a lungo: Il microbiota umano può essere definito come l’insieme dei microrganismi che in maniera naturale (fisiologica), o a volte patologica, vive in simbiosi con il corpo umano.

L’apparato gastrointestinale è innervato dal Sistema Nervoso Enterico (localizzato nell’intestino, nel pancreas e nella cistifellea), definito il nostro “primo cervello” poiché registra tutto quello che succede. Questa rete nervosa costituisce insieme all’intestino e al microbiota stessi il cosiddetto “cervello viscerale”, da cui dipendono molti fattori fondamentali per il nostro benessere, che potrebbero risentire soprattutto dei cambiamenti ormonali fisiologici in determinati periodi della vita come in prossimità della menopausa.

Come si modifica il microbiota e cosa lo rende un anti-età?

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Nel corso dell’esistenza di ciascuno di noi, il microbiota si modifica con il passare del tempo perché, in maniera lenta e progressiva, 2 dei 4 principali gruppi batterici subiscono delle alterazioni legate alla presenza nel corpo umano: Firmicutes e Bacteroidetes. Questi compongono oltre il 70% del totale del microbiota intestinale (gli altri due sono Proteobacteria e Actinobacteria).

Con il fisiologico processo di invecchiamento si verifica uno squilibrio fra questi due grandi gruppi di ceppi batterici e ciò può determinare delle conseguenze:

  • alterazione della normale regolazione del sistema immunitario
  • sviluppo di forme infiammatorie interne

In questi casi si può registrare, banalmente, una maggiore tendenza ad ammalarsi ma anche e soprattutto una maggiore incidenza di quelle condizioni riconosciute come proprie dell’invecchiamento: artrosi, osteoporosi, arteriosclerosi, indebolimento generale della muscolatura fino alla sarcopenia ovvero la progressiva e generalizzata perdita di massa muscolare e ossea che fa “rimpicciolire” quando si è molto anziane ma anche, e soprattutto, può compromettere la solidità e la funzionalità di sostegno scheletrico.

Dunque riuscire a mantenere un giusto equilibrio nel microbiota il più a lungo possibile è fondamentale per ridurre le conseguenze del tempo che passa.

Anti-age naturale: cosa fare per stimolare il microbiota

Come si conserva un microbiota ben assortito e in salute?

Se è vero che il patrimonio di microrganismi con il quale nasciamo dipende, nei primi anni di vita dalle modalità del parto e molto da fattori genetici (quindi non modificabili), ci sono però alcuni fattori che possono incidere sulla ricchezza del microbioma e quindi sulle potenzialità del microbiota:

Alimentazione adatta all’età e “funzionale”

Le linee-guida generali raccomandano di seguire un regime nutrizionale vario ed equilibrato specialmente in menopausa, che tenga conto dei mutati fabbisogni nutrizionali e dei cambiamenti ormonali. Il futuro della cura della salute di ciascuno di noi passerà sempre più per la nutrizione funzionale, ovvero una combinazione personalizzata di alimenti capaci di condizionare positivamente il lavoro degli organi allo scopo di prevenire numerose patologie e disturbi.

Parlando di microbiota è importante conoscere la funzione dei tanto pubblicizzati probiotici, quei microrganismi non patogeni (batteri o lieviti) che, se somministrati per via orale, possono effettivamente replicare e colonizzare il tratto gastrointestinale per determinare effetti benefici per l’uomo. Ecco perché è importante, in caso di assunzione di antibiotici, ad esempio, integrare la dieta con fermenti e probiotici.

In particolare l’OMS raccomanda:

  1. frutta e verdura in ogni pasto, quantificate nelle famose 5 porzioni di frutta e verdura al giorno. Il consiglio è quello di mangiare un frutto fra un pasto e l’altro
  2. viva i grassi buoni: olio extravergine d’oliva e butirrato di sodio dovrebbero far parte della dieta quotidiana. Cos’è il butirrato? Si tratta di un  acido grasso saturo a catena corta che si trova nei latticini ma anche, e soprattutto, nel parmigiano.
  3. Brodo di ossa per il benessere dell’intestino: è ricco di aminoacidi, fra cui prolina, glicina e glutammina, oltre che di sali minerali, collagene e acido ialuronico. Un consommé alla francese può rendere i tuoi pasti salutari e anche molto chic 😊
  4. Sì agli alimenti fermentati che hanno un ruolo fondamentale per la salute dell’intero organismo. Yogurt, kefir, crauti, kombucha (famosa ormai grazie al successo della cucina orientale) frutto della fermentazione del tè zuccherato insieme ad altri principi e lieviti.
  5. Meno lavorato è meglio! È preferibile evitare gli alimenti industriali e i prodotti da forno confezionati perché ricchi di carboidrati raffinati, zuccheri semplici, conservanti e coloranti.
  6. Attenzione all’origine degli alimenti: prediligi frutta e verdura biologiche (sono meno contaminate da sostanze nocive come pesticidi) e carni bianche. Per quanto riguarda il pesce, meglio scegliere quello da cattura.

L’attività fisica che aiuta il microbiota

L’attività fisica riduce gli accumuli adiposi, aumenta la massa muscolare e può essere uno dei principali strumenti per combattere sovrappeso e tendenza all’obesità. Proprio gli accumuli adiposi, in particolare quelli sul girovita, possono minare l’integrità del microbiota.

Allo stesso modo un’alimentazione squilibrata, troppo scarsa o troppo abbondante, povera di nutrienti e ricca di cibi-spazzatura, quindi molto saporiti ma non vivi, possono ridurre numero, qualità e genere dei batteri endogeni, un indicatore di rischio che va nella direzione opposta alla longevità.

Disbiosi, quando il microbiota ha dei problemi

Quando c’è qualcosa che non va, il microbiota è squilibrato e si parla di disbiosi, un’alterazione della struttura del microbioma locale sia a livello di composizione sia di funzionalità.

Esistono  diversi tipi di disbiosi che possono essere determinate da:

  • eccesso di alcuni batteri potenzialmente patogeni che normalmente colonizzano il nostro corpo ma che possono, in certe situazioni, proliferare causando disturbi o patologie vere e proprie come enteriti, febbre e infezioni intestinali ma anche infezioni alle vie urinarie come quelle da escherichia coli che diventano più frequenti in menopausa.
  • perdita di batteri “buoni” che può dare disturbi di vario genere (problemi digestivi, diarrea, gonfiore o flatulenza)
  • riduzione della diversità batterica che possono derivare da diete non corrette, diabete, ma anche malattie che vanno a toccare il sistema immunitario.

Salute del microbiota e menopausa: come influiscono i cambiamenti ormonali

Abbiamo detto già, e ripetiamo, che la composizione dei batteri intestinali – unica in ogni uomo e donna – dipende inizialmente da fattori genetici, ma la sua corretta conservazione può essere influenzata da fattori  ambientali, alimentazione, stress, dall’assunzione di antibiotici e ormoni.

Sono soprattutto le fasi della vita che portano con sé importanti cambiamenti (infanzia, pubertà, invecchiamento) che mettono a dura prova la flora intestinale, alterando il suo naturale equilibrio. Durante la menopausa non diminuisce solo il livello degli estrogeni, ma anche quello di progesterone, compromettendo in modo significativo la funzione di barriera esercitata dall’intestino. Gli studi hanno inoltre evidenziato un aumento del numero di Firmicutes e Bacteroidetes durante la postmenopausa, e tali osservazioni sono in linea con l’incremento dell’indice di massa corporea di molte donne in questa fase della loro vita.

Un altro cambiamento del microbiota intestinale tipico della menopausa è una ridotta produzione di acidi grassi a catena corta, responsabili della regolazione dell’appetito e del metabolismo. Alcuni sintomi tipici della menopausa sono infatti connessi a un’alterazione della flora intestinale.

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Ordinario di Endocrinologia e Sessuologia Medica

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Medical Advisor Shionogi
(Ottobre 2016/Agosto 2018)

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MSL & Medical Advisor Shionogi (agosto 18/settembre 20)