In questo articolo ci concentriamo sulle varie situazioni che possono dare origine al disturbo.
Le perdite, di qualunque tipo e colore esse siano, possono essere un disturbo piuttosto frequente in menopausa. A seconda della loro natura, ematiche – di colore più chiaro, rosso vivo o scuro- oppure di muco, possono avere cause diverse. Quasi sempre, però, in questa fase della vita di una donna hanno a monte un unico comune denominatore: le alterazioni ormonali che sono fisiologiche alla fine dell’età fertile.
I cambiamenti dei livelli ormonali, infatti, oltre a determinare l’irregolarità mestruale, possono causare:
La conseguenza può essere una riduzione della capacità di difesa da germi e batteri: per questo motivo, in menopausa le infezioni intime possono essere più ricorrenti, così come le infiammazioni.
Come abbiamo detto, le perdite possono essere diverse per tipologia e colore. In questo post ci occupiamo nel dettaglio di quelle bianche, composte da muco cervicale, e analizziamo le diverse cause di questo disturbo. Prima però facciamo una rapida rassegna degli altri tipi di perdite comuni in menopausa.
In questo post parleremo di:
Le perdite più comuni in menopausa:
- spotting: questo termine identifica i sanguinamenti anomali tra un ciclo e l’altro
- perdite ematiche dopo i rapporti intimi: sono quasi sempre conseguenza della secchezza vaginale, uno dei disturbi più comuni alla fine dell’età fertile, che rende le pareti intime meno elastiche e più fragili, quindi più soggette al rischio di microlesioni durante i rapporti
- perdite ematiche causate da patologie lievi e benigne come i polipi uterini o le iperplasie endometriali, delle quali i sanguinamenti possono essere un sintomo; oppure da condizioni da gestire con particolare attenzione perché progressive fino a diventare croniche, come l’Atrofia Vulvo Vaginale (ne parliamo nel paragrafo dedicato).
Per approfondire leggi gli articoli della guida alle perdite ematiche in menopausa:
- Come interpretare le diverse perdite ematiche in menopausa
- Tutte le cause delle perdite in menopausa
- Quando le perdite sono rosa da cosa possono dipendere
- Come interpretare le perdite marroni
Perdite bianche: da cosa possono dipendere
All’origine delle perdite bianche ci sono quasi sempre delle infezioni che, come abbiamo detto, in menopausa possono presentarsi con maggiore facilità e frequenza, fino ad essere, in alcuni casi, croniche. Le più comuni sono:
Le perdite biancastre, di consistenza caseosa, possono essere uno dei sintomi della Cervicovaginite. Si tratta di un’infiammazione -che può colpire vagina e collo dell’utero- scatenata da un’infezione causata da germi.
La Cervicovaginite può manifestarsi, oltre che con perdite biancastre, anche con
È un’infezione molto comune sia in età fertile che in menopausa, causata dalla candida albicans un agente fungino, già presente nella flora microbica della vagina. Le perdite bianche, simili a latte cagliato, sono proprio il segno distintivo della Candida che, nella sua forma più comune, è considerata una vaginite. Altri sintomi della Candida possono essere:
- gonfiore e arrossamento della zona vulvo-vaginale
- prurito e bruciore
- dolore ai rapporti
- Per saperne di più: questa è la nostra pagina dedicata a tutte le cause e i fattori di rischio della Candida
Perdite bianche: quando la causa è l’Atrofia Vulvo Vaginale
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L’Atrofia Vulvo Vaginale causa un assottigliamento dei tessuti intimi, che diventano così più fragili e meno elastici, quindi maggiormente esposti al rischio di microtraumi. è una condizione cronica che interessa 1 donna su 2 alla fine dell’età fertile e, per questo motivo, rappresenta la causa più frequente delle perdite in menopausa.
Abbiamo già detto che tra i sintomi dell’Atrofia Vulvo Vaginale possono esserci le perdite ematiche (in genere di colore rosso vivo) ma questa patologia si manifesta anche con altri 3 segnali caratteristici:
Anche le perdite bianche, però, potrebbero costituire un’avvisaglia (sebbene meno frequente) dell’Atrofia Vulvo Vaginale. Ecco perché: lo stato di irritazione intima che si crea per effetto delle microlesioni potrebbe provocare un aumento delle secrezioni vaginali come “difesa” dell’organismo. Questo muco, per via della riduzione della lubrificazione naturale dovuta al calo di estrogeni, potrebbe avere un aspetto e una consistenza più asciutti e compatti e dare origine, quindi, a una perdita biancastra.
Così, quello che potresti considerareun insignificante episodio di perdita di muco vaginale, potrebbe rivelarsi un sintomo-amico per diagnosticare questa condizione per la quale la diagnosi precoce è fondamentale. Se non opportunamente trattata, infatti, l’Atrofia Vulvo Vaginale tende a peggiorare con il tempo e a cronicizzare, con conseguenze che possono impattare sulla qualità di vita della donna.
Perdite bianche: cosa fare
Di fronte a qualunque episodio di perdite intime è fondamentale consultare un ginecologo. Questi disturbi, infatti, vanno sempre riportati allo specialista perché sono un indicatore importante dello stato della tua salute intima.
Il ginecologo è l’unico che può accertare se le perdite sono di natura patologica e formulare una diagnosi precisa che consenta di individuare il trattamento specifico per il tuo caso. Bastano una semplice visita e rapidi e indolori esami di routine come un tampone vaginale e un pap test.
Evita il passaparola tra amiche perché non è detto che infezioni e infiammazioni si curino sempre allo stesso modo e diffida di quello che puoi leggere in Rete. Soltanto il ginecologo, meglio se esperto in menopausa (qui trovi un elenco di medici utile a individuarne uno nella tua città), può aiutarti a risolvere le tue problematiche e, di conseguenza, a scacciare l’ansia e la preoccupazione che possono accompagnare gli episodi di perdite intime anomale.