In questo articolo ci concentriamo sulle varie situazioni che possono dare origine al disturbo.

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Negli anni che precedono la menopausa, la comparsa di perdite ematiche può essere un disturbo piuttosto frequente dovuto ai cambiamenti ormonali. Gli episodi di sanguinamenti inattesi sono sempre vissuti con un po’ di timore, anche in considerazione del fatto che in questa fase della vita di una donna le alterazioni del ciclo mestruale -fisiologiche a ridosso della fine della vita fertile- possono contribuire alla preoccupazione e al disorientamento.

Così succede che la scoperta improvvisa di macchie di sangue (chiare, rosse o scure) possa confondere le idee, anche a proposito dell’eventualità che si tratti o meno delle cosiddette “false mestruazioni.

Se invece sei già in menopausa e quindi sai che non si tratta delle irregolarità mestruali che potresti aver conosciuto in perimenopausa potresti domandarti “se non è il ciclo, di che perdite si tratta?”

In ognuno di questi casi, è buona regola rivolgersi sempre al ginecologo.

Perdite marroni: come interpretarle

Il più delle volte i sanguinamenti anomali costituiscono il sintomo-spia di problematiche (in genere lievi e benigne) che è possibile trattare con successo se si effettua una diagnosi precoce. In ogni caso, le perdite dovrebbero essere indagate per conoscerne la causa (leggi qui se vuoi sapere come interpretare le diverse perdite ematiche in menopausa e la maniera migliore per farlo è prendere appuntamento con il ginecologo.

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Le perdite di sangue possono anche non essere preoccupanti, ma è opportuno confrontarti con lo specialista che può darti una risposta certa e individuare, eventualmente, un trattamento adeguato per te. Questo è ancor più importante negli anni a cavallo della menopausa, in cui i sanguinamenti anomali possono essere il sintomo di una condizione cronica e progressiva molto comune nelle donne over 50: l’Atrofia Vulvo vaginale. Nel paragrafo dedicato, più in basso, ne parliamo in modo approfondito.

Perdite marroni prima e dopo la menopausa: lo spotting

Le perdite di colore scuro, tendente al marrone, possono essere tipiche del periodo della perimenopausa, la fase (che può durare anche 6 o 7 anni) in cui il corpo invia i segnali inequivocabili del passaggio dall’età fertile alla menopausa. Il termine specifico che definisce questo fenomeno è “spotting” (dall’inglese “to spot”, cioè “macchiare”).

Perdite di questo tipo possono verificarsi anche se i tuoi cicli sono diventati più lunghi (oligomenorrea) o se sono scomparsi da un po’ di mesi (amenorrea) per effetto delle alterazioni ormonali tipiche di questa fase. In genere i sanguinamenti inattesi coincidono con l’ovulazione e possono essere accompagnati da dolori simili a quelli mestruali.

Lo spotting può comparire, però, anche quando la menopausa è conclamata, cioè dopo 12 mesi dall’ultima mestruazione. In questo caso, l’incongruenza tra i sanguinamenti e la certezza di aver già avuto l’ultima mestruazione (puoi considerarla tale solo se il ciclo non si ripresenta per un intero anno solare) deve spingerti a indagare immediatamente i motivi delle perdite perché potrebbero essere il segnale di qualche problematica da trattare con attenzione.

Questa è la nostra pagina dedicata allo spotting in perimenopausa e menopausa.

Perdite marroni: quando sono il sintomo dell’Atrofia Vulvo Vaginale

L’Atrofia Vulvo Vaginale è una condizione cronica che interessa il 50% delle donne in menopausa (ben una su 2 già a 3 anni dall’ultimo ciclo) e che ha, tra i suoi sintomi, le perdite di sangue. Per questo motivo, vista l’alta incidenza tra le donne over 50, l’Atrofia Vulvo Vaginale può rappresentare la principale causa di perdite ematiche dopo la fine dell’età fertile.

Questa condizione molto frequente, sebbene poco conosciuta, causa un assottigliamento dei tessuti vaginali e vulvari che diventano meno elastici e, di conseguenza, più fragili. Da questa derivano i principali sintomi ed effetti dell’Atrofia Vulvo Vaginale:

E, per l’appunto, perdite ematiche. Se non opportunamente trattata, l’Atrofia Vulvo Vaginale tende a peggiorare e a cronicizzare nel tempo, cioè a diventare una situazione che ti accompagna costantemente e che può diventare un grattacapo con il quale fare i conti anche negli anni a venire. Esistono diversi trattamenti per tenere sotto controllo i suoi disturbi ma la diagnosi precoce è fondamentale. Per questo torniamo a consigliarti un consulto ginecologico che può aiutarti molto a recuperare il tuo benessere quotidiano e a restituirti anche il piacere nei rapporti intimi.

Perdite marroni: quali possono essere le altre cause

In perimenopausa e menopausa le perdite marroni possono anche essere il sintomo di condizioni benigne che possono essere facilmente diagnosticate e risolte con successo.

Ecco le cause più frequenti delle perdite scure:

Polipi endometriali

Donna con Atrofia vulvo-vaginale Donna con Atrofia vulvo-vaginale
Icona menopausa Buono a sapersi

Fastidi intimi durante la menopausa

Ne soffre più della metà delle donne.

La comparsa di polipi nell’utero può essere più frequente negli anni che precedono la menopausa, tra i 45 e i 50; meno dopo la menopausa.

I polipi si formano nell’utero a causa di un’alterazione delle cellule dell’endometrio, la sua parte più profonda. Queste formazioni dovute ad una crescita eccessiva del rivestimento dell’endometrio possono essere del tutto asintomatiche (per questo motivo è bene sottoporsi periodicamente a controlli) ma alle volte possono causare perdite ematiche. Si tratta, in ogni caso, di una problematica di facile soluzione mediante il ricorso ad una tecnica mininvasiva e indolore: l’isteroscopia, un esame diagnostico che non deve spaventarti perché non è doloroso (solo un po’ fastidioso) ed è oggi uno degli strumenti di analisi più importanti. Sarà il tuo ginecologo a consigliartela, nel caso l’esame di routine ne dovesse rivelare la necessità.

Iperplasie endometriali 

Sono più frequenti dopo i 45 anni, a causa delle alterazioni estrogeniche, e sono causate da una proliferazione di ghiandole nell’endometrio, che ne determina l’ispessimento. Trattamenti prolungati con farmaci a base di estrogeni, obesità, diabete o assenza di gravidanze possono costituire fattori di rischio per questo disturbo.

La crescita eccessiva delle cellule dell’endometrio può avere come conseguenza proprio le perdite ematiche. Per diagnosticare una iperplasia endometriale sono sufficienti due esami di controllo, che andrebbero eseguiti ogni anno dal ginecologo a scopo preventivo: l’ecografia pelvica (cioè una normale visita) e il pap test.

Perdite marroni: cosa fare

Anche di fronte ad un episodio isolato di perdite ematiche, la prima e unica cosa da fare è quella di consultare un ginecologo. Come hai letto, i sanguinamenti anomali possono avere diverse cause e spesso possono essere un segno utile a diagnosticare tempestivamente condizioni più o meno lievi.

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