L’amore eterno esiste e il segreto è uno solo, ovvero godere di una vera e propria empatia con l’altro. Si può imparare a essere maggiormente empatici col nostro partner per raggiungere l’amore eterno.
Sarà un articolo faticoso, questo, perché ci vuole molto impegno e molto lavoro per riuscire a cambiare punto di vista. Puoi interrompere qui la lettura, dunque, se non hai voglia di sapere che c’è da guadagnarselo, l’amore felice e duraturo.
Se però mi seguirai in questo piccolo percorso potrai scoprire che la famosa “chiave” ce l’hai in mano da sempre e dipende solo da te: puoi prenderti la responsabilità di usarla in qualunque momento, anche a partire da oggi.
Ma devi volerlo e metterti all’opera.
Facile? No. Difficilissimo.
Nel cambiare idea c’è sempre la sensazione che qualcuno ci stia “rubando” qualcosa: la nostra sicurezza, un punto di arrivo, una meta alla quale siamo arrivate dopo tanto sforzo e alla quale siamo aggrappate con le unghie e con i denti per non farcela portar via.
“Cambiare idea? Cambiare atteggiamento? Non se ne parla neppure. Semmai è lui che deve cambiare, che deve fare un passo avanti verso di me, che deve dimostrare di voler cambiare…”
Ecco: questo è il classico punto della stasi, il momento nel quale nella coppia non si fa un passo. Il punto di crisi che può diventare quello della svolta, a prenderlo di petto come uno stimolo per… cambiare.
Empatia, un modo per stare (bene) con l’altro completamente
L’empatia (dal greco empatéia, “sentire dentro”) è la capacità di comprendere appieno lo stato d’animo altrui – sia che si tratti di gioia, che di dolore – e fa parte dell’esperienza umana e animale; si tratta di un forte legame interpersonale e di un potente mezzo di cambiamento, è dunque un processo: essere con l’altro.
La cosiddetta “empatia diadica” è quella che si prova all’interno della coppia e si riferisce espressamente al sentimento di empatia che si prova nei confronti del partner. Secondo i ricercatori, l’empatia diadica facilita il rapporto di coppia migliorandone la qualità e questo ha effetto su entrambi i suoi componenti. In particolare, l’empatia diadica consente di migliorare la relazione in quanto fa sentire i membri della coppia non solo compresi, ma anche “confermati” dal partner, attraverso le sue manifestazioni di affetto e di comprensione.
Ben diverso dal meccanismo di identificazione che porta i partner – ad esempio – ad avere gli stessi gusti, l’empatia costituisce un modo di comunicare nel quale chi la mette in pratica decide di porre in secondo piano il suo modo di percepire la realtà per cercare di far risaltare in sé stesso le esperienze e le percezioni dell’altro.
È una forma molto profonda di ascolto attivo perché si tratta di immedesimazione negli altrui sentimenti, liberandosi dai propri filtri di interpretazione, dalla voglia di commentare, di trarre conclusioni, di dare suggerimenti o consigli, per entrare nell’intimo di ciò che l’altro sta cercando di trasmetterci, senza giudizio alcuno e, soprattutto, senza che ciò costituisca una rinuncia all’espressione di sé.
Secondo Robert Sternberg, psicologo statunitense che si è occupato di sviluppo cognitivo, ci sono 3 elementi per una unione solida:
- l’attrazione fisica
- il sentimento d’amore
- i fattori cognitivi (l’affinità, gli interessi in comune, i modi di pensare, le attitudini, etc)
Se non c’è difficoltà a definire un’attrazione fisica, che pure può cambiare negli anni, o il sentimento d’amore, più complesso è sicuramente mettere a fuoco i “fattori cognitivi” ai quali Sternberg fa riferimento.
I fattori cognitivi dell’amore: “Ti conosco e mi stai bene per quello che sei”
“Empatia significa amare il partner con una sfumatura particolare: la possibilità di provare interesse senza secondi fini per il suo mondo interiore e di mettersi in rapporto in modo spontaneo, dolce, sciolto e libero”.
A volte l’attrazione fisica, da sola, è in grado di reggere dei rapporti di coppia per anni. Arriva però un certo punto in cui, per vari fattori, la sua intensità può affievolirsi. Se non c’è dell’altro, oltre l’attrazione ecco che il rapporto entra in crisi.
Ci sono rapporti nei quali c’è grande emozione, c’è pathos, una passione totalizzante e una voglia di appartenere totalmente all’altro, di diventare l’altro. Anche in questi casi, se oltre le forti emozioni non ci sono sentimenti, il rapporto è destinato ad avere breve vita.
Ci sono infine 3 fattori cognitivi ed emotivi fondamentali per una relazione duratura:
- Consapevolezza.
Una coppia consapevole cresce insieme, anzi mette la crescita davanti a qualsiasi altra cosa perché sa che questo è il solo segreto per mantenere viva la relazione. Anche se crescere fa paura (perché ci spinge verso il cambiamento, dunque verso l’ignoto), la coppia lotta per espandersi, anche se questo può voler dire superare la relazione. Proprio per questo, la relazione si mantiene viva e così anche l’amore nella coppia.
Una coppia consapevole affronta le problematiche attuali e pregresse perché sa che in questo modo può accedere ad un nuovo e più evoluto livello della relazione. Ogni cosa può essere superata quando ci facciamo carico di affrontarla.
La coppia consapevole opera in nome dell’amore, ovvero si sforza di vivere in esso ogni momento e ogni fase. L’amore va “agito” come un esercizio quotidiano, come risposta prima a ogni gesto e ogni domanda. L’amore non si ha, si pratica.
- Compartecipazione emotiva.
Uno strumento potente per conoscere le emozioni degli altri e mantenere relazioni stabili è una forma di “contagio emotivo”, un meccanismo ancestrale che permette, anche involontariamente, di imitare una vasta gamma di comportamenti allo scopo di favorire la comprensione e la comunicazione empatica.
Questa condivisione di atteggiamenti e comportamenti può facilitare la vita di coppia perché agevola la comprensione e la relazione.
Il termine “compassione” va inteso in senso quasi religioso, non come sinonimo di “pena” o “pietà” ma come vicinanza mentale, come contatto spirituale massimo e splendente che porta a una comunanza di intenti e di pensieri profondi.
Si entra qui in un ambito lontano dal quotidiano e che pochi esercitano: quello del silenzio, del rispetto, del pensiero sospeso, della gentilezza. È un mondo di meditazione a due dove le parole perdono di importanza e dove la contemplazione e la concentrazione diventano mattoni per cementare un rapporto amoroso.
Il segreto per l’amore eterno si chiama gentilezza
Tutto questo in una parola: gentilezza. Gentilezza significa prendersi cura dell’altro in modo disinteressato e senza attendersi qualcosa in cambio, gentilezza significa mostrarsi per quel che si è ed essere pronti ad accogliere l’altro per quel che egli è. Gentilezza è essere pronti al cambiamento, senza paura di perdere qualcosa, abbandonando il senso del possesso che tiene legati a ciò che esiste solo per noi e rende schiavi e avidi. Gentilezza è essere pronti a donare e a donarsi. Gentilezza è fiducia.
Sarebbe meraviglioso praticare tutto ciò?
Non hai che da farlo.
Se ti piace davvero, se pensi che potrebbe essere bello ma vedi questo approccio così lontano dalla pratica quotidiana è solo perché non ci hai mai provato.
Come ogni esercizio richiede sforzo e costanza e, come avevo anticipato all’inizio di questo articolo, voglia di superare qualche difficoltà.
In ogni caso puoi farcela, questo deve essere il tuo mantra.
E la ricompensa sarà grande: una vita di coppia duratura e longeva, piena di gioia e di soddisfazione reciproca, nella quale crescere, cambiare e maturare senza paura del nuovo.
(*) Referenze
- Nappi RE, Climacteric 2015; 18: 233-240
- Nappi RE and Kokot-Kierepa M. Climacteric 2012; 15:36-44
- Nappi RE, et al. Maturitas 2013; 75:373-379