È un momento difficile in ogni caso, ma dopo i 50 anni potrebbe esserlo ancor di più per tutte le implicazioni legate alla concomitanza con la menopausa. Ecco gli strumenti giusti per ritrovare la tua serenità affettiva e non solo.
Sei di nuovo single dopo un sacco di anni. È una situazione che ti trova disorientata. Gli strascichi emotivi di una separazione dopo i 50 anni sono ben noti e non c’è nemmeno bisogno di raccontarli perché – qualunque sia la tua posizione nella ‘partita’ dello scioglimento della coppia – ti stanno attraversando la pelle anche in questo momento e dunque li conosci perfettamente.
Forse non ti saresti mai aspettata di trovarti in questa situazione, nella tua vita matura. D’altro canto, da ragazzina, avevi immaginato che il tuo futuro compagno di vita sarebbe stato quello giusto per antonomasia.
Così non è stato. E non vale nemmeno la pena di cercare il capro espiatorio di una situazione che si è già verificata.
Quando due persone decidono di lasciarsi, vuol dire che entrambe – in un certo modo – hanno compiuto un percorso verso questo momento. Consapevole o meno. Colpevole o meno. Esplicito o meno. Ma tant’è.
Separarsi a 50 anni: perché per le donne è più dura che mai
La rottura di un legame è traumatica sempre, anche se l’idea di terminare la relazione è stata nostra. Ci sono un sacco di implicazioni che entrano in gioco: la delusione per una scelta di vita che non è andata così come avremmo voluto, l’insoddisfazione per non essere state capaci di portarla avanti, la preoccupazione per i figli – se ce ne sono – oppure per i legami familiari che sono spesso una componente importante in queste situazioni.
E poi c’è la nostra fisiologia a ricordarci che ora potrebbe essere ancora più dura che mai: la menopausa è alle porte, i primi disturbi iniziano a farsi sentire e farsi scivolare addosso le situazioni è diventato davvero difficile. Figurati una separazione, considerato uno dei momenti in assoluto più stressanti a livello emotivo.
Per noi donne mature, forse, lo è ancor di più per almeno due motivi:
da un lato, c’è la componente psicologica che la menopausa porta con sé. L’altalena iniziale degli ormoni e l’abbassamento dei livelli di estrogeni che procede fino alla cessazione dell’attività ovarica, non aiutano certo a vedere positivamente gli eventi e a reagire nel modo giusto.
Dall’altro lato c’è invece una questione più intima. La menopausa può cambiare anche il modo in cui le donne si avvicinano all’amore. La prontezza con la quale il nostro corpo risponde agli stimoli sessuali – diciamo così – non è più la stessa: calo del desiderio, secchezza o dolore possono aver caratterizzato gli ultimi rapporti. Ecco che la capacità di abbandonarsi a un nuovo sentimento per “ricominciare” potrebbe trovare degli ostacoli faticosi e imbarazzanti.
Separarsi vuol dire anche poter ricominciare in amore
Concentrarsi su ciò che non c’è più non è mai una grande idea per superare una separazione. L’atteggiamento giusto secondo gli specialisti, è quello di focalizzare gli spazi nuovi e conquistarli.
Può trattarsi della tua vita quotidiana e dei suoi tempi che inevitabilmente, da single, cambiano. Ma anche della vita sentimentale che può teoricamente tornare a brillare di luce e pulsare di emozioni, anche se a volte questa voglia e questo impulso non sono così immediati.
Gli psicologi parlano di un “tempo tecnico” necessario a elaborare la separazione e sciogliere il legame mentale con l’ex. Ma una volta avvenuto ciò, la tua parte sentimentale e sensuale è pronta a ricominciare insieme a un altro partner.
Ma… dopo la menopausa c’è un grande “Ma”.
Tornare ad amare a 50 anni, dopo una separazione? Certo che si può!
Abbiamo citato alcune delle problematiche intime che statisticamente possono interessaremaggiormente le donne in menopausa: secchezza, dolore, sanguinamenti, bruciore che in 1 una donna su 2 possono essere sintomatici di Atrofia Vulvo Vaginale (AVV).
Generalmente si tratta di fastidi che possono incidere molto sull’attività sessuale di coppia perché si tratta di stati imbarazzanti dei quali si sente – non si sa perché – il peso della responsabilità (“E’ colpa mia se non riusciamo a fare l’amore”, “è colpa mia se non me la sento”, “è colpa mia se provo dolore”, etc.)
La mancanza o la scarsità di lubrificazione, il dolore che provoca spesso ritrosie o interruzioni, piccoli sanguinamenti o cambiamenti nell’odore intimo, sono questioni già difficili da gestire all’interno di una coppia stabile, figuriamoci con un nuovo amore.
Evitare l’amore può essere nocivo per la salute
Ecco che la via più facile potrebbe sembrare quella di lasciar perdere la faccenda, rinunciando al piacere di vivere metà della propria vita con pienezza e totalità di sentimenti ma anche, contemporaneamente, al bisogno di doversi eventualmente giustificare.
L’idea di dover superare tanti imbarazzi e tante difficoltà (solo) per avere un rapporto intimo con un nuovo partner potrebbe far gettare la spugna a tante donne. Ma così non deve essere.
Rinunciare a vivere una storia d’amore per timore di non farcela è sbagliato e può peggiorare una condizione psicologica di umore depresso. Oltre ciò, anche in presenza di Atrofia Vulvo Vaginale, l’astinenza prolungata è addirittura dannosa e controproducente. Ciò che si rischia è un irrigidimento progressivo dei tessuti, un restringimento dell’accesso vulvare con la possibilità che diventi del tutto impossibile una penetrazione.
Curare i disturbi intimi e l’ Atrofia Vulvo Vaginale (AVV) è importante
È chiaro, alla luce di ciò, quanto sia importante anche dopo la menopausa, mantenere la salute intima e controllare tutti i sintomi con una visita dal ginecologo.
Non c’è un altro modo, infatti, per comprendere esattamente come ciò che proviamo, fastidio o dolore, possa essere risolto efficacemente. L’AVV può essere trattata e fermata. La possibilità è nelle tue mani: prenditi cura di te e contatta al più presto un ginecologo di tua fiducia. Infatti raccontare precocemente i sintomi al vostro ginecologo e valutare con lui la terapia più adatta alle vostre esigenze e al vostro stile di vita è molto importante. Oggi per esempio vi è la disponibilità di trattamentiinnovativi, tra cui anche orali non ormonali, per l’AVV che potrebbero favorire una gestione efficace dei sintomi.